Le coincidenze delle tue assenze
sottratte come un furto, dissipate
come fumo tra le onde plastiche
dei boccoli, sono placebo benefico
dei miei mali; night-line di nicchia
delle mie serate neglette, sì che
millimetrista la nenia della voce
che giunge soffocata dalle tue labbra
socchiuse, possa scorgere di soppiatto,
quasi a negoziare ogni perla
che s’è schiusa a persiana.E nei sogni, distante binari di metri da me,
t’allontani nella nebbia fumogena dei treni
portando via il miasma della gelosia
che m’attanaglia. Sussurri gesti nuovi, strani;
e dell’involucro fragile di cui mi circondo
non resta che una traccia lontana,
sospesa a metà tra la parte che nessuno vede
e quella che solo tu riesci a dissipare.
«Placebo», anche se «benefico», è l’amore vissuto come rifugio (tentazione in cui, prima o poi, si casca tutti); fa pensare «night-line di nicchia», epiteto insolito, degradante, riferito all’amata. C’è, nella poesia di Lo Presti, una tensione tra l’appagamento dell’amore e l’inquietudine, invece, nei confronti del mondo che lo circonda, di tutto il resto, compreso l’io lirico. Solo lei è in grado di dissipare questo gelo, eppure, a tratti, il gelo la coinvolge.
È infatti nel suo esserci-non esserci che si gioca la partita amorosa: «coincidenze delle tue assenze». La rima interna, gli enjembements che legano i versi l’uno all’altro, il ritmo di queste consonanti metalliche ci incatenano, e ci portano nella nebbia fumogena dei treni, nella distanza irriducibile tra i binari. E rimangono solo domande, dubbi, un’impalpabile sensazione claustrofobica, il desiderio di annullamento nell’altro, di far tacere una parte di sé.
Mattia Lo Presti è il fondatore del nostro blog. Laureatosi in Lettere all’università di Pavia, si è trasferito a Barcellona dove lavora come barista alla libreria La Central. Di suo abbiamo pubblicato anche la poesia Dimenticanze.