La nuova vecchia
La donna vecchia non è mai per intero colei che crede
perché è anche sempre tutte quelle che è stata –
sebbene mai davvero la donna che gli altri erano certi di conoscere.
Il volto che oggi mostra non lo ha mai visto il mondo:
un volto che sinora l’una nell’altra solo le vecchie
sospettavano, riconoscendo quei dolci sé segreti
che a noi davano gioia mentre altrui trasaliva: carnosa e nuda, della gioventù,
la trama sopra gli archi levigati delle ossa, ombre che si stendevano
incuranti degli abissi celati in cavità invisibili, blande superfici
di pelle – tese un tempo a tamburo, che chiede colpi
per risuonare – libere finalmente di capire, ora,
ciò che il cervello sa da sempre: l’intelligenza cresce nelle rughe.
(…)
Non è facile affrontare il tema della vecchiaia per una donna. Dico una donna perché noi, più degli uomini in genere, sentiamo il peso degli anni confrontando il nostro viso pieno di rughe con quello “teso a tamburo“ della nostra giovinezza. Dico noi, perché abbiamo intorno una società che ci obbliga all’eterna gioventù, utopia per la quale siamo disposte a cedere il nostro vecchio volto, la nostra naturale espressione; noi che rincorriamo i desideri degli uomini, senza rispetto per il nostro vissuto, cancellando con le rughe quel che siamo state. “La donna vecchia“, invece, se ha imparato a conoscere se stessa, sarà colei che darà luce al buio scomposto della gioventù.
La vecchiaia non è perdita, ma ricchezza. Consunte, le vecchie sinapsi magari correranno meno veloci ma, attingendo da chi sono state, da cosa hanno vissuto e da cosa hanno appreso, decodificheranno in minor tempo e con più chiarezza le emozioni, i sentimenti, la filosofia del vivere.
Bellissima autrice Robin Morgan, americana, classe 1941, femminista, impegnata fin da giovanissima nelle battaglie in difesa dei diritti delle donne e delle classi più deboli; vive e lavora a New York e ha una pagina su Facebook per chi la volesse conoscere meglio.
Ho avuto modo di conoscere questa autrice sul numero 294 del giugno 2014 della rivista Poesia (Crocetti Editore), dove è ben illustrata la storia di questa donna coraggiosa e battagliera. Basti pensare che nel 1984 ha fondato insieme con Simone de Beauvoir e a donne di ottanta paesi il “Sister Is Global Institute“ e nel 2005 con Jane Fonda il Womens’s Media Center. Ha pubblicato libri di prosa, poesia e saggistica.
Robin è una donna vecchia, che non si nasconde perché nelle sue rughe crescono l’intelligenza, la saggezza e quel pizzico di ironia, che è propria della terza età.
Nella poesia Fame (che come tutte quelle della Morgan è lunghissima) la donna vecchia ha davanti la sua vita e fa un bilancio. Fare dei bilanci alla fine di una vita lunga e travagliata serve a morire sereni.
In questa lirica il nutrire una serie di animali e «la cura di piante innumerevoli» sembra piuttosto un’allegoria delle avversità che ha dovuto affrontare una donna nel corso della sua vita. Nutrice sempre e comunque dei suoi genitori, mariti, figli, capiufficio, colleghi, preti e diavoli, nella tarda età, seduta sulla sponda della vita, realizza e acquieta il senso di responsabilità e smette di pretendere dal suo povero corpo ormai stanco.
Incipit di Fame:
La vecchia realizza
di avere nutrito negli anni
almeno sei gatti,
due cani,
quaranta capre circa,
tre pecore,
quattro galline,
sei vacche e tre vitelli,
e piante innumerevoli(…)
Rivelazioni è un’altra poesia che mi ha colpito, tra le innumerevoli riproposte dalla rivista Poesia. Ovviamente riportarla richiederebbe troppo spazio. Ho preso i primi cinque versi, perché sono, secondo me, quelli più eloquenti in merito alla rivelazione del sentimento amoroso in tarda età. Finora questi innamoramenti rimanevano per lo più sottaciuti tra le donne. L’importanza del femminismo, che ovviamente si è cercato di demolire e in parte con successo, è proprio l’accettazione dell’essere donna in tutti i suoi aspetti.
La poesia Rivelazioni è un altro punto di vista da cui guardare la vecchiaia. L’amore è un sentimento giovane, fatto di carne e pensiero, ma nella vecchiaia la carne vien meno e il pensiero a volte sembra incellofanato. Il cuore che batte forte, per un giovane è amore, per un anziano è uno scompenso cardiaco. Tutte queste emozioni sembrano appartenere ad un tempo morto; eppure bastano «le canzoni di un giovane musicista» per rivelare a noi stesse che nulla è sopito. Certo la vita ci pone dei limiti, ma il desiderio, il pensiero hanno la libertà del vento e bastano due versi per tornare indietro nel tempo.
Ora lasciamo parlare Robin Morgan nella strofa d’incipit di Rivelazioni:
Le canzoni di un giovane musicista sulla crudeltà
di un vecchio amore ti hanno fatta volare, sorpresa,
su un trapezio al di sopra dei tuoi sogni,
ti hanno sprigionato un desiderio
ormai morto da tempo. (…)
Potremmo parlare per ore di quest’artista ma non sarebbe opportuno e poi mi ripeterei; io sono solo una lettrice appassionata che vuole diffondere il piacere di leggere le poesie, non tanto di scriverle, vizio da cui sono affetta. Leggere una poesia, sentire le parole entrare dentro le vene, sentirsi rappresentati dai suoi versi è un piacere tutto da scoprire.
La poesia dobbiamo lasciarla parlare, dobbiamo leggere e rileggere e apprezzare il suono, la melodia, il contenuto e sentirla nostra, “rubarla” all’autore. A questo proposito la Morgan dice nella poesia Immagini:
Nessun microscopio vede quello che può vedere la poesia,
immagini che aleggiano lungo fasci di nervi spenti
e non lasciano traccia. Dove
sono archiviate le cose immaginate, le cose ricordate?
(…)
La poesia è una donna libera e una donna libera è un pericolo e va rinchiusa. La battaglia per la parità di genere è tutt’altro che conclusa.
Nella poesia Osservando il lato luminoso Di un verso leggero il conforto, la Morgan fa un altro bilancio mettendo se stessa al centro della scena poetica, ma è una personalizzazione simbolica della donna del secondo Novecento, una donna che ha abbattuto barriere importanti. C’è anche un forte richiamo parenetico alle donne giovani e a quelle che verranno: mai abbassare la guardia.
C’è tanta strada da fare, e come dice bene la poetessa “Quelli che ci bruciavano vive sono ancora in giro“ quindi attenzione; non siate mai disunite e soprattutto ricordiamoci che La Vecchia è quella noi che saremo e senza la quale non possiamo assicurarci alle nostre radici di donne, di madri e soprattutto di figlie.
Ecco i primi versi di questa meravigliosa poesia e vi lascio in pace amici, ma leggete, leggete le poesie, leggetele anche se vi fanno stare male!
Osservando il lato luminoso
Di un verso leggero il conforto
Vivendo in un’epoca di agonismi scientifici,
è facile scordare che un tempo
ci avrebbero bruciate vive.
Sul serio, avrebbero bruciato me
e quelle come me per così tante ragioni
per così tante volte:
per avere amato, non sposata, un uomo,
per avere amato una donna,
perché donna.
Perché donna che ha imparato a leggere.
Perché donna che ha imparato a scrivere.
Per questo, adesso, perché ora tremo
da Satana senza alcun dubbio posseduta.
Quelli che ci bruciavano vive
sono ancora in giro (…)
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