Lune di miele è un libro estremamente americano. È americano fino al midollo, non solo perché a scriverlo è stato Chuck Kinder, non solo perché è ambientano nella California degli anni 70, non solo perché i protagonisti sono americani. È un libro americano per i temi, per i dialoghi, per i modi, per l’atmosfera.
Dalle prime pagine ho subito pensato ai romanzi della beat generation e soprattutto agli esiti del Theater of Anger, promosso dalla penna di John Osburne. La rabbia di Ralph Crawford e Jim Stark è palpabile, la loro tensione emotiva, il loro disagio, il loro continuo senso di inadeguatezza perdura in tutto il libro. È difficile non perdersi dietro ai continui cambi di programma e di umore dei protagonisti, che ancora prima di essere due scrittori sono due traditori: Ralph e Jim tradiscono ripetutamente le mogli (che, va detto, non sono da meno), tradiscono le amanti e le amanti delle amanti, tornano dalle mogli e continuano a tradire, in un continuo circolo vizioso che non risparmia nemmeno la loro amicizia. In uno svolgersi improbabile di eventi, i due aspiranti scrittori cercano di creare il romanzo che li salverà dalla loro squallida vita per ottenere fama eterna.
In scenari da soap opera, i protagonisti litigano e si accapigliano, si danno pervinti e si tirano su di morale l’un l’altro, si perdono e si ritrovano, vogliono uccidersi e poi si salvano. Nessuno abbandona mai veramente nessuno, eppure nessuno sta mai davvero con nessuno.
Nemmeno i personaggi femminili sono un grande esempio di positività: Alice Anne, moglie di Ralph e madre di due figli, accetta mal volentieri le scappatelle del marito, vendicandosi con la stessa moneta ma punendolo con la sua perenne presenza, imprigionandolo in una malsana relazione dalla quale l’uomo non riesce a fuggire. Judy, prima moglie di Jim, decide di lasciarlo a causa della sua poca virilità, dopo aver sperimentato un periodo da “coppia aperta” che ipocritamente poco piaceva allo scrittore, il quale si rifugia tra le braccia di Lindsay, sua seconda moglie e vero amore di Ralph, che con quest’ultimo continua ad avere rapporti occasionali.
Tra bottiglie rovesciate, risse, alcol e sigarette le vite di questi poveri diavoli scorrono senza sosta, in un continuo arrabattarsi in cerca di una vita migliore, di un futuro più roseo, mentre si sentono imprigionati in relazioni castranti dalle quali non riescono a fuggire neppure volendolo.
La penna di Chuck Kinder scorre veloce sulle pagine dando un ritmo frenetico alle vicende dei personaggi, che conoscono continuamente nuove persone da amare, da tradire, con cui fare affari e cambiano continuamente prospettiva e sentimenti. In un mix incalzante di sezioni descrittive e dialoghi la narrazione procede veloce, preferendo a volte lasciare indietro la punteggiatura, che sembra addirittura ostacolare il flusso di parole e pensieri.
In questo modo risulta facile empatizzare con i personaggi e acquisire il senso di disagio che emerge con forza dai loro discorsi. È facile anche dare un volto a queste persone, così assurde da sembrare reali, immaginare come si vestono, il loro tono di voce, il modo in cui Ralph beve direttamente dalla bottiglia, come Alice Anne cicca la sigaretta, il modo in cui Lindsay si immerge nella vasca da bagno e Jim dorme disteso sul letto.
Sono tutti piccoli pezzi di un puzzle destinato a non riprodurre nessuna immagine finale che abbia un senso, pezzi che fanno anche fatica a incastrarsi gli uni con gli altri ma che alla fine inaspettatamente ci riescono e danno vita a un caotico quadro. Quattro personaggi e quattro vite che si intrecciano in modi sempre nuovi e inaspettati e che descrivono una realtà dura in modo nudo e crudo, perfetta per essere descritta dalle pagine dei libri di Jim e Ralph.
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Chuck Kinder, autore leggendario nel panorama della letteratura americana, ha insegnato all’Università di Stanford e poi a quella di Pittsburgh, dove è stato il mentore di una nuova generazione di scrittori. Ritiratosi dall’insegnamento nel 2014, affetto da problemi al cuore, Kinder è scomparso in Florida nel 2019. Lune di miele è il suo romanzo più celebre, ed è pubblicato in Italia da Fazi Editore.
In copertina: Edward Hopper, Summer interior, 1909