Ivan Aivazovsky, Il mare d'autunno

Il mare d’autunno, di Chiara De Cillis

            11.

Il mare d’autunno
non perde le foglie
[fiorisce;
Ancora umida di tempesta
ti ho presa, Cypraea,
figlia del vento e di un’onda,
che io possa essere spiaggia:
tra le mie dita di sabbia
afferrare le tue meraviglie.

 

A breve Chiara De Cillis pubblicherà Cane magro, una raccolta che contiene delle vere sorprese. Ne abbiamo scelta una, una di quelle che potrebbero passare inosservate. Nove versi, una cosina piccina che ha dentro tutta la bellezza delle antiche poesie greche, Callimaco e Alceo più di tutti. Al centro della poesia, una Cyprea: una conchiglia. Intorno, come accenni di colore, il mare, le onde come fiori, il vento. E, dentro queste pennellate impressionistiche, si nasconde una poesia amorosa, forte, un’invocazione alla persona amata, che si fa conchiglia (che non a caso ricorda nel nome Cipride, appellativo di Afrodite) e che può essere presa solo da mani che si fanno spiaggia, da mani che la possano accogliere come una culla.

 


Chiara De Cillis (Ostuni, 1995) dopo gli studi classici nella città natale, frequenta Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Torino, dove vive attualmente; studia inoltre teatro e partecipa a numerosi poetry slam e reading. Da giugno 2016 è autrice del blog www.canemagro.wordpress.com, dove pubblica alcune sue poesie. A breve uscirà per Italic Pequod Cane magro, la sua prima opera. 

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