Blaga Dimitrova: essere donna

Quadro di Antonella Pirozzi 1

Nessuna paura
che mi calpestino.
Calpestata, l’erba
diventa un sentiero.

Con questi quattro versi vi presento Blaga Dimitrova, una poeta, scrittrice, politica bulgara nata nel 1922 a Bjala Slatina e morta a Sofia nel 2003. In Italia dobbiamo la conoscenza dei suoi versi a Valeria Salvini, docente di lingua e letteratura bulgara all’Università di Firenze, che ha pubblicato diversi anni fa una traduzione delle sue poesie nel libro Segnali, Poesie scelte dal 1937 al 1999, per Fondazione Piazzolla Roma 2000, ormai introvabile. Per fortuna in rete ho scovato diversi siti, nei quali sono pubblicate molte delle sue poesie più conosciute – non in Italia, dove la poesia si scrive ma non si legge, purtroppo.

Torniamo alla nostra poeta, nella poesia della quale mi sono imbattuta per caso e che, incuriositami, ho voluto provare a conoscere meglio per presentarla a voi, voraci lettori.

La poesia della Dimitrova è molto intimista, è uno sguardo dentro la condizione femminile, le difficoltà di genere, che prescindono dall’io e arrivano dirette al “noi “. Qualsiasi argomento tratti nelle sue liriche, Blaga ci mette dentro il corpo oltre l’anima, la realtà della vita vista e vissuta dalle donne.

Camille Pissarro, Giovane donna che si intreccia i capelli
Camille Pissarro, Giovane donna che si intreccia i capelli

Donna sola in cammino

Scomodo rischio è questo
in un mondo ancora tutto al maschile.
Dietro a ogni angolo ti aspettano
in agguato incontri vuoti.
E percorri vie che ti trafiggono
con sguardi curiosi.
Donna sola in cammino.
Essere inerme
è la tua unica arma.

Tu non hai mutato alcun uomo
in protesi per sostenerti,
in tronco d’albero per appoggiarti,
in parete – per rannicchiarti al riparo.
Non hai messo il piede su alcuno
come su un ponte o un trampolino.
Da sola hai iniziato il cammino,
per incontrarlo come un tuo pari
e per amarlo sinceramente.

Se arriverai lontano,
o infangata cadrai,
o diventerai cieca per l’immensità
non sai, ma sei tenace.
Se anche ti annientassero per strada,
il tuo stesso partire
è già un punto d’arrivo.
Donna sola in cammino.
Eppure vai avanti.
Eppure non ti fermi.
Nessun uomo può
essere così solo
come una donna sola.
Il buio davanti a te cala
una porta chiusa a chiave.
E non parte mai, di notte
la donna sola in cammino.
Ma il sole come un fabbro
schiude i tuoi spazi all’alba.

Tu cammini però anche nell’oscurità
e non ti guardi intorno con timore.
E ogni tuo passo
è un pegno di fiducia
verso l’uomo nero
col quale a lungo ti hanno impaurita.
Risuonano i passi sulla pietra.
Donna sola in cammino.
I passi più silenziosi e arditi
sulla terra umiliata,
anche lei
donna sola in cammino.

Ogni volta che leggo questi versi la testa mi si riempie di immagini e di parole ascoltate, viste, dette nel parlare tra donne, in quegli sguardi a volte taglienti, perché abituati a sopportare un dolore sordo di solitudine. Nascere donna, in un mondo declinato al maschile, è un rischio e la Dimitrova in tutte le sue poesie non farà che ripeterlo. Capire e conoscere la propria condizione è il primo passo per superare gli ostacoli e spingersi avanti. La poesia di Blaga è dura consapevolezza ma anche stimolo e coraggio ad affrontare la sfida della vita.

Fino a quando starai in piedi

Non scordarti di gioire! –
gli alberi saggi sussurrano
e con le ginocchia falciate
con fragore cadono sotto la scure.
Non scordarti di gioire!
Fino a quando starai in piedi
fino a quando andrai incontro al vento
fino a quando respirerai l’altezza.

Fino a quando la scure resterà assopita.

Il coraggio di vivere e di affrontare le sfide è la capacità di sorridere, di godere al pari degli altri esseri viventi del creato. Questa poesia breve e intensa è un inno alla gioia, alla vita per quello che di veramente importante ci lascia e cioè: il respiro, il vento, la forza di stare in piedi. È un consiglio utile per uomini e donne, ma sono certa che la Dimitrova l’abbia scritta pensando a sé e alle altre donne, che fanno difficoltà a buttare tutto dietro le spalle e a godersi la vita.

Mily Possoz, Al mare, 1920
Mily Possoz, Al mare, 1920

Blaga Dimitrova ha avuto una vita molto intensa. Manifesta con estrema precocità, a soli sedici anni, le sue doti letterarie, pubblicando articoli su riviste letterarie bulgare.

Ragno

Distende col fiato suo un filo sottile
e con arte raffinata tesse la sua tela.
Al sole la tela risplende dorata
per attirare uno sciocco moscerino.
E il mio sogno dell’anima come un ragno
di ora in ora tesse e intreccia un laccio
d’oro e così attraente, lo so:
sono io quel moscerino.

Questa è una poesia del 1937, tratta dalla raccolta Quaderno di scuola. Già in forma acerba è presente quello sguardo attento, severo ma affettuoso verso quell’io femminile, il moscerino, la donna sola, l’erba che si trasforma ma non demorde e resta se stessa.

Si laurea all’università di Mosca discutendo una tesi su Majakowskij e la poesia bulgara contemporanea.  Lavora per l’Associazione degli Scrittori Bulgari, adoperandosi per far pubblicare anche giovani mal visti dalla censura. Stiamo parlando della Bulgaria degli anni Cinquanta a forte influenza sovietica, in un’Europa post conflitto mondiale, distrutta, divisa e lacerata.

Blaga Dimitrova però non è solo scrittrice, critica letteraria e poeta, perché prende parte attiva alla politica, avendo a cuore i problemi sociali, la pace, l’uguaglianza e la giustizia.

Visita diverse volte il Vietnam, per portare aiuti umanitari all’epoca della guerra con gli Stati Uniti e adotta un bambino vietnamita.

Kees Van Dongen, La gitana, 1911, olio su tela, musée de Saint-Tropez
Kees Van Dongen, La gitana, 1911, olio su tela, musée de Saint-Tropez

Nel 1969 segue la vicenda della Primavera di Praga e rimane molto colpita della morte di Jan Palach, il ragazzo cecoslovacco che si diede fuoco a Piazza San Venceslao contro i carri armati sovietici, cui dedica la poesia Jan Palach, che non ho trovato. La poesia con cui ho iniziato questo pezzo fu scritta nel 1974 e faceva parte della raccolta dal titolo Gong, è una poesia politica, è la parola che scende in campo, che si fa arma e sorella della verità.

Quelli saranno anni in cui l’impegno politico diventa letteratura e viceversa. Insieme al marito Jordan Vasilevic decidono di pubblicare alcuni libri, con l’intenzione di risvegliare le coscienze dei bulgari, assopiti dalla dittatura. Non resteranno in giro per molto, perché verranno sequestrati. Questo non impedisce alla nostra poeta e scrittrice di partecipare a seminari internazionali sui diritti dell’uomo e di far sentire la sua voce nei consessi più importanti.

Suo marito sarà arrestato perché caporedattore del giornale dal titolo provocatorio, Democrazia, che è organo dell’Associazione delle Forze Democratiche. Blaga gira per l’Europa a presenziare convegni letterari o a ritirare premi per i suoi libri di prosa o di poesia, sempre accolti entusiasticamente dal pubblico europeo. Traduce dal greco in bulgaro, le opere dei grandi autori della classicità, è un vulcano sempre in eruzione.

Nel 1989 alla prima manifestazione libera a Sofia in mezzo a bandiere e striscioni, i manifestanti agitano un libro di Blaga Dimitrova Il volto, uscito nel 1981, censurato e confiscato, perché è una chiara metafora del regime.

Sala d’aspetto

L’intero spazio della mia vita
fu una sala d’aspetto da soglia a soglia,
racchiusa da vetri con aria in cornici d’acciaio
sotto le picche incrociate
di lancette d’orologio.
Stare in ascolto. Sussurrare. Trattenere il respiro.
Attendere un qualche segnale.
Ritardo. E di nuovo.
Ancora un poco. Già domani. Ancora
un attimo di pazienza infinita.
So se sbattevo l’ala contro l’aria vitrea,
invece di infrangerla,
era l’aria a spezzare la mia ala.
Sono già trascorsi i miei secondi.
Non saprò aspettare. Ma confuso
come un sogno apparve
attraverso i vetri sporchi,
quasi in uno specchio nella nebbia,
il mio volto riflesso.
Era il volto stesso dell’attesa,
giunto al punto di pietrificazione.
E ho capito, all’improvviso:
c’è sempre un’ultima scadenza
per infrangerlo col naso –
per smuovere quest’aria inchiodata.
Non arriverà mai un treno da altri luoghi.
Non più.
Dovrò io stessa diventare
il fischio di un treno lontano,
e un ritmo affannoso
sempre più veloce, sempre più vicino,
sempre qui!

Antonella Pirozzi, olio su tela
Antonella Pirozzi, olio su tela

Comprese le gravi difficoltà, presi in esame i rischi una donna non può fermarsi ad aspettare per sempre. Viene il momento di diventare treno, cioè protagonista della sua vita e questo mi sembra il messaggio che trasuda dai versi della Dimitrova, che nella vita ha messo in pratica quanto espresso nei versi. Questa coerenza ai miei occhi arricchisce e rende credibile la parola e il messaggio poetico.

Con la fine del regime, fioriscono in Bulgaria vari gruppi e associazioni per la difesa umanitaria e Blaga Dimitrova partecipa attivamente, candidandosi alle elezioni ed è eletta nel 1992. Nominata Vicepresidente della Repubblica mette in pratica le sue conoscenze sociologiche e letterarie. Nel suo caso la letteratura non è parola – orpello di piacere, è materia plasmabile per migliorare la condizione umana interiore ma anche esteriore e pratica. Partecipa attivamente ai comitati per la glasnost e per la democrazia. Coerente con le sue idee, entra in contrasto con il Presidente Zelju Zelev e nel 1993 si dimette e da quel momento non si dedicherà più alla politica ma solo alla produzione letteraria.

Illuminazione

Entro nella vecchiaia in punta di piedi,
come in un bosco d’autunno,
passo dopo passo sulle foglie vive
che ancora cadono.
Davanti a me – l’albero della vita.

E lentamente con sguardo ansimante
salgo verso il passato
e scendo nei giorni futuri.
Finalmente! Tanto infinito è per me
il cammino senza fretta.

Le direzioni non sono avare di curve.
La lontananza non fa male.
Non colpisce il gong della luna.
Non può essere incatenato
lo spirito che ha infranto le catene.

Non ti può essere tolto
quello che hai dato.
Mi rimane un’ultima
goccia di luce senza fine.
E spira pace dal mondo intero.

Questa lirica, che capisco possa essere compresa meno in un’età giovanile, esprime perfettamente le sensazioni che assalgono una mente che ha visto, sentito e letto molto, un corpo che ha vissuto interamente la storia del suo tempo. Non c’è doloroso rimpianto, non ci sono gocce di lacrime che bagnano il foglio ma una pacata osservazione, che si trasforma in una danza di parole/immagini avvolgente. L’inizio con quel richiamo delicato al bosco d’autunno cui paragona la vecchiaia, con quei colori non più squillanti della primavera e dell’estate, con quelle foglie, che notate il particolare, sono sempre vive, coscienti della morte ma sempre attive e utili alla vita.

Blaga Dimitrova
Blaga Dimitrova

Non ti può essere tolto
quello che hai dato.

Cosa abbiamo dato e fatto noi, per non sprofondare negli abissi della guerra, della distruzione dell’ecosistema, della privazione della libertà, della sanità pubblica, dei servizi sociali e dell’istruzione pubblica? Sarà difficile guardarci allo specchio o negli occhi delle giovani generazioni, se continueremo ad essere acquiescenti nel nostro Aventino dell’astensionismo, dell’inquietante individualismo, della depressione figlia di un capitalismo in recesso.

Solo chi strenuamente lotta per la pace, la giustizia, il rispetto delle diversità e dell’uguaglianza dei diritti fondamentali alla salute, all’istruzione, al sostegno sociale, può lasciarsi rapire dalla brezza del mondo. Nel bilancio di una vita quello che conta è l’averla vissuta da protagonisti, soffrendo magari di più ma a testa alta e con consapevolezza e giudizio, questo è il messaggio più utile, realistico ed esortativo che una donna e non solo, può seguire con coraggio.

Nel 1997 esce a Sofia la raccolta di tutte le sue poesie, scritte dal 1937 al 1997, tradotte dalla nostra Valeria Salvini nel 1999, che ritengo dovrebbero essere ripubblicate e lette alle donne di ogni età, perché sono versi che sostengono la nostra mente, la rinforzano e la rendono più capace di prendersi cura di sé.

Blaga Dimitrova muore a Sofia a 81 anni nel 2003, ma, come dice nel bellissimo distico con il quale vi saluto, un poeta non muore mai, è dentro le parole dei suoi versi, che necessitano di più letture e più momenti per essere ogni volta riscoperti.

Testamento

Cercami nelle parole
che non hai trovato

 

Se l’articolo ti è piaciuto, leggi anche: Sofija Parnok, un’anima inquieta ed errabonda


Se sono riuscita nell’intento di appassionarvi ai versi della Dimitrova, vi indico i blog che ho trovato e dai quali ho ricavato poesie e notizie varie. Buona lettura: 

Blaga Dimitrova, la poetessa dell’amore e dell’impegno, su poetessedonne
Blaga Dimitrova, la poetessa della rivoluzione di velluto, su Gariwo
Margherita Dimitrova, Blaga Dimitrova – poesie, su Fimmina che legge, 28 marzo 2023
Blaga Dimitrova, su Poesie d’Autore
Blaga Dimitrova, su Interno Poesia
Blaga Dimitrova poesia, su Collettivo Culturale Tuttoilmondo
Nella cavità del crepuscolo, su Fondazione Graziottin

In copertina: olio su tela di Antonella Pirozzi

Silvia Leuzzi
Silvia Leuzzi

Ho un diploma magistrale e lavoro come impiegata nella scuola pubblica da oltre trent'anni. Sono sposata con due figli, di cui uno disabile psichico. Sono impegnata per i diritti delle persone disabili, delle donne e sindacali. Scrivo per diletto e ho al mio attivo tre libri e numerosi premi di poesia e narrativa.