Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran

Leggere Lolita a Teheran

“Donna, Vita, Libertà” è lo slogan che ha accompagnato l’ultimo movimento rivoluzionario in Iran, capeggiato dalle donne, la cui eco è arrivata fino a noi, opulenti occidentali, pigramente adagiati sulla nostra apatica esistenza.

Le donne, che subiscono continui soprusi e violenze in ogni parte del mondo, in Iran, in Afghanistan e in altri paesi arabi sono costrette a rinunciare alla loro libertà, alla loro vita, all’istruzione, a coprire il loro corpo e i loro capelli e sono in continua lotta con il potere patriarcale, di cui subiscono la violenta repressione.

Con il suo Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi ci catapulta nel vivo della società iraniana, vista nella sua quotidianità terribile, eppure così spaventosamente normale per chi è nato in Iran dopo il 1979, anno della Rivoluzione Islamica, che ha destituito lo scià Reza Pahlavi.

Quella rivoluzione la riviviamo nelle pagine del libro, le emozioni, le speranze degli studenti iraniani, uomini e donne insieme che bruciano la bandiera americana, come simbolo dell’oppressione occidentale, che ha deturpato la cultura di quei luoghi antichi per biechi interessi economici. Speranze subito disilluse dalla strumentalizzazione religiosa della rivoluzione, con la repressione violenta e le esecuzioni pubbliche, per zittire qualsiasi dissidenza, che fecero subito comprendere agli intellettuali, tra loro la nostra Azar, in quale tragedia irrimediabile si era sprofondati.

La dinastia dei Pahlavi regnava dal 1925, ma fu Reza il più filo-occidentale, affascinato dal progresso, amico degli Stati Uniti, che ebbe l’ardire di varare leggi per il voto alle donne, il divorzio, la tolleranza religiosa, l’istruzione e l’industrializzazione del paese, rendendosi inviso ai religiosi più ortodossi, capeggiati da Khomeini, che già nel 1963 organizzarono un attentato per assassinare Pahlavi. Fece seguito a questo evento una repressione, che contribuì ad alimentare il malcontento verso la monarchia e lo stile di vita della famiglia reale, che strideva con la povertà e l’arretratezza culturale dei villaggi più sperduti del paese.

Azar Nafisi era cresciuta nella Teheran occidentale, era di famiglia benestante, aveva studiato all’estero; era stata una donna libera e lo è rimasta, nonostante tutte le limitazioni imposte dal regime, e ha coltivato semi di libertà, svolgendo con amore il suo lavoro d’insegnante.

Proteste a Berlino per Mahsa Amini
Manifestazione a Berlino dopo la morte di Mahsa Amini, nel settembre del 2022, Mahsa Amini era una ragazza arrestata per non aver indossato il velo, picchiata e uccisa dalla polizia iraniana. (credits: Luce)

Con l’ascesa di Khomeini e del potere teocratico assistiamo alla discesa agli inferi della società iraniana e delle donne in particolar modo, per non parlare degli omosessuali e altro.

Una rivoluzione nata contro lo strapotere occidentale, che annienta le culture, per piegarle alla sua voracità consumista e capitalista. Un fuoco rivoluzionario che ha avvampato l’intero globo sul finire degli anni Sessanta del secolo scorso, che nel caso dell’Iran ha perso la lucidità e la ragione dietro un regime che, con la scusa di salvare la cultura islamica, ha fatto sprofondare il paese nell’oscurantismo fanatico e religioso.

Gli avevamo concesso tutto, non solo le torture, gli assassinii, la guerra, ma anche di plasmare quel sogno di cui adesso, con la sua morte, piangevamo la fine.

Considerazioni così profonde, che nascono durante le lezioni che Azar Nafisi, docente universitaria di letteratura inglese e americana, tiene ad alcune ex alunne nella sua casa, senza veli e con i capelli sciolti, al riparo dalla repressione, dove la vista delle montagne e degli alberi segna, con il mutare del paesaggio, il passare delle stagioni.

È parlando di grandi opere come Il Grande Gatsby di Fitzgerald o la Lolita di Nabokov che giorno dopo giorno le alunne si arricchiscono dell’esperienza e della conoscenza di valori umani, che solo attraverso la letteratura si possono acquisire, essendo nate e vissute dopo la rivoluzione del 1979 e quindi educate secondo dettami rigidi religiosi, nei quali la donna islamica ha il suo ruolo di nutrice e di angelo del focolare, priva di qualsiasi autonomia decisionale.

Dice la Nafisi in una sua considerazione:

Solo attraverso la letteratura ci si può mettere nei panni di qualcun altro, comprenderlo negli aspetti più reconditi e contraddittori del suo carattere…

proteste Iran
Proteste in Iran nell’ottobre del 2022.

Comprendere è intraprendere un viaggio dentro se stessi, dentro la società nella quale si vive, è angoscia e speranza, che nella letteratura trovano la parola, la volontà di esistere e di resistere.

Leggere Lolita a Teheran è un libro sulla resistenza delle donne iraniane, schiacciate da leggi assurde, dove la fuga sembra essere l’unica vera resistenza possibile.

La verità disperata che si cela dietro la storia di Lolita non è lo stupro di una ragazzina da parte di un vecchio sporcaccione, ma la confisca della vita di un individuo da parte di un altro.

Sono continui i richiami che la Nafisi fa alla situazione politica e sociale iraniana e lo fa attraverso la letteratura. Questo non solo le permette di penetrare in profondità le coscienze delle sue alunne, ma anche le nostre di donne italiane e occidentali, che siamo vittime di femminicidi e abusi sessisti nelle famiglie e nel mondo del lavoro.

Nonostante tutta la nostra emancipazione, ancora ci confiscano la vita e ce la negano con violenza.

Non somigliava forse alla nostra rivoluzione, scoppiata in nome di nostro passato collettivo, e che nel nome di un sogno aveva distrutto le nostre vite?

Manifestazione in Iran dopo la morte di Mahsa Amini, Settembre 2022
Manifestazione in Iran dopo la morte di Mahsa Amini, Settembre 2022 (credits: Osservatore Romano)

Da Lolita a Gatsby la rivoluzione è studiata da vari punti di vista e questo consente al lettore di comprendere meglio la questione iraniana e di capire le sfumature psicologiche che hanno consentito agli Ayatollah di prendere il sopravvento e coprire con veli neri i colori meravigliosi della Persia.

Se è vero che la Nafisi queste considerazioni le fa a proposito della situazione iraniana, nel leggere queste pagine così intense anche noi apriamo la nostra coscienza di occidentali, di consumisti sciatti e ci accorgiamo che, in barba al nostro passato collettivo, abbiamo distrutto la nostra identità storica ed etica, per lasciarci risucchiare la vita da un sistema economico malato, afflitto da bolle e pustole finanziarie di una dermatite, le cui croste marcescenti ricadono sulla nostra testa.

La morte di Khomeini aprì gli occhi a molte persone.

È terribile come gli esseri umani siano facilmente vittime del potere religioso, dell’innaturale, del dopo e per questo in terra costruiscono inferni diabolici e assurdi, con la complicità di anime semplici e personaggi loschi. La storia è piena di queste tristi storie, colpisce però il fatto che nel pieno dell’esplosione progressista del Novecento, abbiano ripreso piede i fanatismi religiosi e politici, ma non ci stupisce, visto che si tratta di terre ricche di petrolio, dove l’analfabetismo dei villaggi e l’arretratezza culturale e sociale ha favorito il dilagare dei conflitti religiosi e delle teocrazie.

Le grandi potenze economiche hanno usato e usano, per piegare ai loro interessi il mondo intero: fomentando guerre fratricide, finanziando dittature di ogni tipo e tanto altro.

Le popolazioni stritolate negli ingranaggi sono in balia di totalitarismi sanguinari o dell’indifferenza senza speranza, dove le prime vittime sono le donne e tutte le minoranze sessuali e non.

Protesta fuori dal consolato iraniano di Istanbul, in Turchia, a sostegno delle donne iraniane e contro la morte di Mahsa Amini, 21 settembre 2022
Protesta al consolato iraniano di Istanbul, in Turchia, a sostegno delle donne iraniane, 21 settembre 2022 (credits: Il Post)

La paura peggiore che puoi avere è perdere la fede.

Cos’è la Fede e cosa rappresenta per le giovani studentesse di Azar, nate e cresciute dopo la Rivoluzione? È un archetipo nel quale sono state allevate, una certezza davanti all’imprevedibilità della vita. La fede ha mille sfaccettature che vanno dal sacro al profano, è un fuoco che scalda dal di dentro e il non averne ci rende aridi e freddi, eppure tanta grandezza spirituale decade quando la fede è coercizione della mente, quando soffoca la critica e il libero pensiero.

…come la religione abbia sempre deciso ogni nostra azione.

Ho scelto queste due frasi che mi hanno colpito tra le tante del libro, perché entrano nel merito del concetto di fede e di religione come strumento di potere sulle masse. Una fede e una religione che seppur molto, ma molto evoluta, anche dalle nostre parti viene strumentalizzata, perché è ancora oggetto di ingerenza nella vita sociale e politica della nostra bella Italia.

Leggere Lolita a Teheran, edito in Italia da Adelphi nel 2004, è stato il primo bestseller di Azar Nafisi, prolifica scrittrice e appassionata insegnante di Lingue e Letterature Inglese e Americana, pubblicata da Random House Publishing Group nel 2003.

Nata a Teheran nel 1955 è figlia della prima deputato donna al parlamento iraniano e del Sindaco di Teheran.

Azar Nafisi, Leggere Lolita a teheran

La famiglia nella quale si nasce è determinante per la vita e lo sviluppo di una donna, forse più che per un uomo. La nostra Azar è nata in una famiglia progressista, nella quale la madre aveva un ruolo importante nella vita politica e sociale, per questo ha ricevuto un’ottima educazione e un ottimo esempio. Mente molto brillante, ha frequentato le migliori scuole iraniane e all’estero negli Stati Uniti, dove si è laureata e dove è tornata a viverci stabilmente nel 1997. Anno in cui, dopo quasi vent’anni di sofferte e silenziose battaglie, tra cui quelle subite per una guerra dolorosa e inutile, come quella tra Iran e Iraq, costata la vita a tanta povera gente, Azar e suo marito Bijan con i figli si trasferiscono in America.

È il doloroso distacco dalla terra natale, la sua bella terra che impariamo a conoscere dalle descrizioni così ariose e poetiche delle montagne intorno a Teheran, degli alberi frondosi, della neve e i suoi silenzi, che la Nafisi elabora nel ricordo e lo fa chiamando in aiuto i grandi della letteratura. Grandi che ci parlano del nostro quotidiano, basta saper interpretare quello che dicono.

In questo cammino noi, insieme agli alunni di Azar, ci arricchiamo di perle di saggezza e conoscenza, che stuzzicano la nostra curiosità di voraci lettori ad approfondire le opere di cui si parla, ma anche la cultura e la situazione politica ed economica dell’Iran, un paese tutto da scoprire, una storia tutta da conoscere.

Aprire davvero la coscienza a ciò che avviene realmente sarebbe un purgatorio.

Qualsiasi strumento di distrazione di massa o di ortodossia sono droghe per la mente, che tacitano la coscienza, che smette di farsi domande e si assolve in una acquiescente indifferenza.

È vero gli occhi aperti lacrimano e bruciano, eppure è necessario soffrire per aprire porte e coscienze, in fondo noi il purgatorio lo viviamo quotidianamente e Dante ci ha aiutato a destreggiarci, a vederne i contorni, quindi sappiamo che in fondo torneremo “a riveder le stelle”.

Silvia Leuzzi
Silvia Leuzzi

Ho un diploma magistrale e lavoro come impiegata nella scuola pubblica da oltre trent'anni. Sono sposata con due figli, di cui uno disabile psichico. Sono impegnata per i diritti delle persone disabili, delle donne e sindacali. Scrivo per diletto e ho al mio attivo tre libri e numerosi premi di poesia e narrativa.