Nino Costa, Donne sulla spiaggia di Anzio

Nino Costa e l’associazione In arte libertas

Isabella ricerca un insegnamento – Giorno 1

 

Isabella, 19 anni, sigaretta in mano, legge la sesta ballata tratta da Isaotta Guttadauro di Gabriele D’Annunzio. Sposta l’attenzione sull’illustrazione, ad opera di Giulio Aristide Sartorio… «Di che movimento farà parte?» …Libro di letteratura. Pag 440. Libro di arte. Pag 320. La stessa risposta: In Arte Libertas.

Isabella accende il computer, inspira una boccata di fumo, digita le parole “In Arte Libertas”.

Movimento italiano secessionista a tendenza simbolista teso alla riaffermazione della pittura dal vero, con tematiche che ruotano attorno al paesaggio.

(da artonweb.it)

In seguito a delle prime ricerche, Isabella ne ritrae una bozza, un batuffolo di pensieri e di impressioni che cerca di districare:

L’Associazione fu fondata nel 1886 dal pittore romano Nino Costa (1826-1903) e alcuni suoi collaboratori, quali Adolfo de Carolis, Alessandro Morani e Onorato Carlandi.

«Mi serve una pausa… dovrei cercare delle informazioni relative a Nino Costa… »

Nino Costa

Giovanni Costa (Nino Costa) nacque a Roma il 15 ottobre 1826 da una famiglia benestante. Il rilievo sociale della famiglia lo proteggeva dalle inquisizioni della polizia e lo portava ad avere una vita politica attiva. Sin da giovane incominciò a studiare arte (formazione neoclassica-romana).

In seguito alla conoscenza della pittura di paesaggio di Corot e di artisti quali Le Noble, Michallon, Valenciennes e della scuola di Posillipo, Costa si distaccò progressivamente dalla veduta paesistica di matrice neoclassica al fine di ricercare il “vero” (un passo che riteneva fondamentale per poter rinnovare il linguaggio artistico italiano).

Dunque elaborò il suo metodo di lavoro e la sua poetica: «far prima sul vero un bozzetto d’impressione il più rapidamente possibile; e poi fare dal vero studi e particolari. Finalmente abbozzare il quadro, stando attaccato al concetto del bozzetto, non togliendo mai le pupille dall’eterno bozzetto. Lo chiamo eterno perché ispirato dall’amore all’eterno vero[1]».

Inoltre affinò quelle che diventarono le caratteristiche della propria pittura: «sia la predilezione del taglio orizzontale della composizione sia l’uso dei colori puri e delle velature e trasparenze atte più a suggerire una emozione che a definire un luogo, giacché il pittore non desiderava “di conoscere i dettagli delle cose come degli uomini”, ma di coglierne l’essenziale, la “linea grande”». (Treccani).

Nel corso della sua produzione artistica, un unico filo conduttore ricongiunse le prime esperienze romantiche a quelle neorinascimentali e simboliste delle sue ultime opere, passando da Londra a Parigi.

Nino Costa Trebbiatura nella campagna romana 1854
Nino Costa Trebbiatura nella campagna romana 1854

A Roma fondò “il Circolo degli artisti italiani” con il fine di istituire iniziative più stabili a sostegno delle nuove tendenze. Nell’inverno 1883-84 c. istituì una nuova associazione: “La Scuola etrusca”; e nel 1886 “In Arte Libertas”.

Infine morì il 31 gennaio del 1903 a Marina di Pisa.

«Ah bene…ora posso tornare a me!»

  • Gli artisti si riunivano a Roma, al Caffè Greco, ritrovo storico di intellettuali e pittori modernisti;
  • I fondatori prendevano ispirazione da un altro movimento artistico: i preraffaelliti;

Un ciuffo di capelli copre l’occhio sinistro di Isabella.

  • “In Arte Libertas” organizzò diverse esposizioni internazionali grazie alle opere di pittori dal calibro di Corot, di Jones e di Rossetti;

Nel 1904 l’associazione si sciolse e alcuni artisti crearono una nuova società, derivata dagli insegnamenti di Costa, dalla fama prettamente folcloristica: “XXV della Campagna Romana”.

Isabella si ordina i capelli, liberando la visuale. È curiosa e smaniosa di passare alla pratica: osservare e studiare altri quadri dell’associazione. «Da quale potrei partire? Che logica potrei seguire?»

Nino Costa Paesaggio nelle vicinanze del mare 1885
Nino Costa Paesaggio nelle vicinanze del mare 1885

L’esibizione tenutasi a Londra nel 1888.

Nel frattempo riordina i tasselli:

Il movimento era di stampo antiaccademico, dunque promuoveva una pittura verista e ristabiliva un contatto diretto con il soggetto da rappresentare. Tale soggetto, la maggior parte delle volte, si identificava con un paesaggio, caricato di significati simbolici (ricerca del metafisico).

Per quanto riguarda l’esibizione, Isabella trova un piccolo paragrafo che menziona le opere dell’associazione “In Arte Libertas”:

A maggio 1888, a Londra, all’Italian Exhibition dell’Earl’s Court, è presente un gruppo consistente di artisti di In arte libertas. Costa espone un ritratto di sua figlia Giorgina e uno di Dorothy Dene, musa ispiratrice di Frederic Leighton. “In arte libertas” presenta anche opere di artisti non italiani: Jean-Baptiste Camille Corot, Edward Burne-Jones, il preraffaellita Dante Gabriele Rossetti e il simbolista svizzero Arnold Böcklin, amante di Fiesole.

(da Wikipedia)

Isabella posa il filtro della sigaretta ormai terminata nel posacenere.

Incomincia il proprio studio dal ritratto di Giorgina, la figlia di Costa e posticipa al giorno seguente le altre domande…”Esiste ancora il Caffè Greco? Come dipinge Leighton? Chi è Dorothy Dene e perché è ritenuta una musa sia da Leighton che da Costa?”.

Ad ogni giorno appartiene un significato. Ad ogni giorno un insegnamento. L’insegnamento di oggi?

“In Arte Libertas”.

 

Leggi anche: Dorothy Dene attraverso gli occhi di Frederic Leighton


In copertina: Nino Costa, Donne sulla spiaggia di Anzio

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