La liberta possibile: New Orleans dopo l’uragano Katrina

Margaret Wilkerson Sexton La libertà possibile

New Orleans, Agosto 2005. Quando l’Uragano Katrina si abbatté sulla parte est della città, sfiorando la categoria 3 della Scala Saffir-Simpson, che denota un ciclone tropicale di forte intensità e un vento che supera i 120 miglia per ora, si crearono brecce nel sistema di argini che delimitava i laghi Pontchartrain e Borgne, che si rivelò completamente insufficiente a proteggere la città; le analisi hanno attribuito il collasso dei sistemi anti-inondazione a problemi strutturali e tagli dei costi. La città inizio ad allagarsi, e il sindaco Ray Nagin ne ordinò l’evacuazione. Buona parte della popolazione lasciò New Orleans, ma svariate decine di migliaia di persone non vollero o non poterono abbandonare la città. I residenti che non possedevano una macchina, i soldi per permettersi il viaggio o che non avevano alcun posto dove andare erano prevalentemente afroamericani.

In un giorno l’ottanta per cento della città fu coperto da svariati metri d’acqua. Decine di migliaia di persone cercavano riparo, e la mancanza di cibo e acqua potabile diventò presto un problema critico; ad aggravare la situazione si unirono le alte temperature (superiori ai trenta gradi) e l’emergenza sanitaria originata dai batteri delle acque esondate.

La città rimase devastata per un decennio dopo l’uragano; nell’anno successivo al disastro la popolazione, secondo The Data Center, si dimezzò. Fu il disastro residenziale di portata maggiore nella storia degli Stati Uniti, che causò milleottocento vittime.

satellite image National Oceanic and Atmospheric Administration August 28 2005

Certe volte si svegliava di soprassalto gridando, davanti agli occhi le immagini dei segni che l’inondazione aveva lasciato a tre metri da terra sulla parete, il frigorifero scaraventato nella sua camera da letto, le foto di quand’era piccolo irriconoscibili, e quel tanfo, quel disgustoso tanfo di cibo marcio e di muffa, come se fosse morta una puzzola sotto i cumuli di rifiuti sparsi per la casa e nessuno sapesse da dove cominciare a guardare.

T.C. aveva vissuto l’uragano, e spesso i ricordi di quel tragico evento lo assalivano. Di tanto in tanto gli sembrava ancora di sentire quel ributtante odore di muffa che non sarebbe mai riuscito a scordare. Appena uscito di prigione, T.C. si trova davanti ad un dilemma: accettare un lavoro e dedicarsi a costruire una famiglia o rimanere nel redditizio circuito della droga?

Il ragazzo, sua madre e sua nonna sono i protagonisti del romanzo d’esordio di Margaret Wilkerson Sexton, una storia che intreccia magistralmente la storia di una famiglia di colore con l’evoluzione di una città e di una società. La libertà possibile inizia con il racconto di una New Orleans divisa: all’epoca della nonna Evelyn, negli anni Quaranta, sull’autobus bianchi e neri sedevano separati, frequentavano locali e parchi diversi, e i quartieri dei primi non erano accessibili ai secondi. Non lo furono fino agli anni Sessanta, quando medici e avvocati iniziarono ad integrarsi nei quartieri bianchi, e ci vollero ancora svariati anni per abbattere questa divisione a tutti i livelli sociali.

Mentre tornavano a casa, era passato un uomo bianco, e Andrew aveva abbassato la testa e l’aveva praticamente spinta sul ciglio della strada.

Uragano Kathrina

Evelyn, oltre alle umiliazioni e i soprusi subite dai bianchi, doveva lottare per ottenere l’approvazione dei genitori per il suo rapporto con Renard, un giovane decisamente meno abbiente di lei, che avrebbe rischiato di trascinarla in una vita ben diversa da quella che i suoi genitori erano riusciti a garantirle.

La lotta incessante sembra essere una costante per la famiglia: una lotta per l’affermazione, per costruirsi oltre le aspettative dei genitori, per avere la forza di uscire da circoli viziosi e distruttivi.

Anche Jackie, la mamma di T.C., deve infatti scontrarsi con le difficoltà di una vita da madre single, con un compagno che precipita di continuo nel vortice del crack, e che di tanto in tanto riappare carico di scuse e promesse, per poi dissolversi così come è apparso nel giro di pochi mesi.

La libertà possibile è un romanzo che cattura da un lato le differenze socioculturali tra le generazioni e dall’altro la costanza delle aspirazioni e sogni, con uno sguardo attento alle lacerazioni e ai dilemmi esistenziali, a partire da quello sotteso a tutti gli altri: la libertà è possibile? Pare di sì, ma rimane appannaggio di pochi, e sicuramente dei nostri protagonisti, che, anche se cercano di tendervi, se ne allontanano sempre di più.

 


Per approfondire:

Eloise Dunlab, Andrew Golub, Drug markets during the Katrina disaster, PMC, 12/08/2011
Sarah Gibbens, Hurricane Katrina, explained, National Geographic, 19/01/2019
Levitt, J.I. and Whitaker MC, editors. Hurricane Katrina: America’s unnatural disaster. U of Nebraska Press; 2009

Margaret Wilkerson Sexton è nata e cresciuta a New Orleans. Ha pubblicato diversi racconti sul New York Times Book Review. La libertà possibile è il suo primo romanzo, che ha riscosso un notevole successo di critica negli Stati Uniti ed è oggi pubblicato da Fazi Editore in Italia.

 


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Vittoria Pauri
Vittoria Pauri

Alla domanda “Qual è il tuo motto?" non avrei esitazione a citare una frase di Gandhi: il miglior modo per trovare se stessi é perdersi nel servizio degli altri. Le due cose di cui non posso fare a meno sono la curiosità di capire ciò che mi capita intorno e un quadernetto su cui scrivo tutto quello che mi passa per la testa e su cui colleziono frammenti di libri, poesie e conversazioni.