Italia, di Paolo Bignami. Il dolce dolore dell’indicibile

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Italia – Ballata per animi inquieti ha debuttato con il tutto esaurito il 19 e il 20 marzo 2022 presso la sede di Associazione Studio Novecento, e viste le numerose richieste vedrà nuove repliche in cartellone a partire dai prossimi mesi. È stato rappresentato dai giovani attori e dalle giovani attrici dell’Officina Europea d’Arte dell’Attore di STN, con testo e regia di Paolo Bignami, drammaturgo pluripremiato e membro del CeNDIC, il Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea.

Italia racconta la storia di due persone, una madre ed un figlio che si ritrovano dopo molti anni. Un soggetto tradizionale, portato in scena con un impianto altrettanto tradizionale, ma non per questo meno efficace, che si concede un’unica licenza: il testo, scritto per due attori, è portato sulla scena da quattro interpreti, raffigurazione dei due personaggi in diversi momenti della loro storia, sospesi tra ricordi ormai svaniti e sogni appena accennati. Ma questo intervento registico si intuisce solo a posteriori, perché è perfettamente armonizzato nella messa in scena al punto da sembrare previsto ab origine: lo sdoppiamento delle parti diviene così un modo ulteriore per mostrare i diversi piani temporali della vicenda, e assieme rimarcare come il tempo che passa e che cambia sia il terzo personaggio silenzioso dell’opera, un convitato di pietra tanto implacabile quanto consolatorio.

Un figlio torna dopo una lunga assenza per rivedere la madre, ma lei per qualche ragione sembra non riconoscerlo. Il figlio ha dei motivi per la sua lunga assenza, e dei motivi per il suo improvviso ritorno; ma nulla di tutto questo è inizialmente noto allo spettatore, che si trova così avvinto dalla curiosità, pronto a spiare dal buco della serratura nella speranza di scoprire questi segreti. Un esempio da manuale di teatro da camera, sia nel soggetto, sia nella regia – minimalista, discreta, volta a dipingere un quadro di verosimiglianza quasi naturalistica – sia nel tono: appare ben presto evidente che i silenzi nascondono una rivelazione dolorosa, ed è appunto nel non dire che questa si smorza, conferendo delicatezza al dolore, grazia alla sofferenza.

Italia Paolo Bignami
Fotografia di Andrea Pella

Continuamente teso tra due epoche, lo spettacolo raffigura più di una contrapposizione: una differenza generazionale, ma anche il distacco tra un mondo contadino più semplice ed un mondo cittadino più moderno ma forse meno innocente. La doppia presenza degli interpreti restituisce lo iato tra sogni di gioventù e rimpianti della maturità, aspirazioni e delusioni, errori e voglia di rimediare, ricordi e dimenticanza. Con la cadenza sottile di un ballo, vero e proprio leitmotiv sia del racconto sia dell’azione, si evoca con leggerezza un quadro terribile ed amaro; una peculiarità non nuova a Bignami, che spesso ha raccontato tragedie e difficoltà della vita contemporanea con delicatezza inconsueta.

Con l’uscita di scena, è lo squarcio di un intero piccolo mondo a sparire: la piccola storia di una famiglia, controluce alla Storia di questo paese, tanto più grande e indifferente rispetto ai piccoli che la attraversano. Rimangono solo i ricordi, alcuni belli, e un non detto così tangibile che non ha bisogno di essere messo in parola. Lo spettatore ne esce turbato, con l’impressione di aver visto qualcosa che non si supponeva vedesse, testimone imbarazzato di un momento intimo.

Un simile assunto è la base del teatro di quarta parete e della regia naturalistica, come si è evoluta da Stanislavskij in avanti. In questo, Italia si rivela uno spettacolo perfettamente corrispondente ai canoni, che conosce ed impiega magistralmente. Nella stessa direzione va la recitazione, pulita e precisa, che evoca più che dire e lascia sempre intendere che il silenzio nasconde il grido più acuto. I quattro interpreti si integrano nei loro personaggi fino a sparirvi, risultando perfettamente credibili nei loro ruoli: la madre vecchia e forse un po’ andata, la donna giovane e speranzosa, il figlio amareggiato ed il bambino spaurito.

Italia Paolo Bignami
Fotografia di Andrea Pella

Studio Novecento è una piccola isola di benessere e salute pubblica nel tetro panorama della nostra quotidianità: associazione teatrale presente da oltre vent’anni a Milano, ha combattuto una battaglia aspra, solitaria e spesso non riconosciuta per affermare valori di bellezza artistica e condivisione umana che poco corso trovano nella società odierna. Lo dimostra la decisione, ormai consolidata, di invitare il proprio pubblico al baratto culturale: invece di pagare un biglietto, lo spettatore porta un dono, un manufatto od un manoscritto, un oggetto di propria fattura da scambiare con la storia che gli attori racconteranno quella sera; un modo per rinnegare la mercificazione dell’arte e ribadire che non tutto è prodotto di consumo.

Ho avuto il piacere di collaborare con STN, in vari ruoli e modi, per oltre metà della mia vita, coltivando un affetto smodato e riconoscente; solo così si spiega il mio comparire inaspettatamente al debutto di ogni nuovo loro spettacolo, anche quando dovrei teoricamente trovarmi a studiare all’estero. Sono queste le ragioni che mi portano ad assumere un ruolo finora inedito, quello di recensore, per presentare la più recente delle loro produzioni. Ma questo spettacolo non colpisce solamente tramite gli occhi dell’amicizia: nella sua nitidezza, è sia un esempio da manuale di recitazione ben fatta e regia commisurata, sia una storia capace di coinvolgere e sconvolgere, senza mai aver bisogno di alzare i toni.

 

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Italia – Ballata per animi inquieti è uno spettacolo di Associazione Studio Novecento. Testo e regia di Paolo Bignami. In scena Andrea Pella, Giacomo Piseri, Valentina Sangalli e Cristina Vaciago. Testo edito da La Mongolfiera nella collana Quaderni di Teatro. In copertina: fotografia di Andrea Pella. 

Alessandro Sergio Martino Gentile, autore di Storie Sepolte
Alessandro Sergio Martino Gentile

Quando ero bambino, chiedevo che mi raccontassero delle storie. Mi affascinavano tutte, dai miti greci ai racconti dei cavalieri, dalle fiabe alle avventure di pirati. L'esito inevitabile era finire a studiare la Storia, con la s maiuscola, per tentare di capire da dove veniamo. Nel frattempo sono stato maestro di scuola e volontario del servizio civile, e collaboro dentro e fuori il palco del teatro con Associazione Studio Novecento. Amo il silenzio e la musica classica, la lettura e le camminate, la buona cucina di mano mia o altrui.