Quelli di voi che la notte di Halloween controllano che le porte siano ben chiuse, le finestre sprangate e ogni angolo buio della casa sgombro alzino le mani.
Mi sembra di vedere pochi palmi levati al cielo, ma forse il vostro scetticismo e la vostra eccessiva fiducia sono mal riposti, sapete? Perchè indubbiamente in questa notte qualcosa succede, qualcosa che voi maniaci della realtà e della ragione farete fatica a credere.
Le notti magiche, secondo la visione che possiamo far risalire al cristianesimo, sono due all’anno: la notte di San Giovanni e, appunto, Ognissanti. Queste particolari ore sono teatro di una grande battaglia tra le forze del Bene e quelle del Male: tra i combattenti delle prime vi sono i Beneandanti, ovvero delle persone nate settimine con la camicia (e come tali detentrici di poteri sovrannaturali) che combattono insieme ad Angeli e lupi mannari contro schiere di Demoni; sul campo di battaglia verrà decisa la sorte dei raccolti: se saranno abbondanti oppure scarni sta tutto nelle mani dei nostri paladini.
Agli scettici presenti tra voi che già scuotono la testa con un misto di commiserazione e superiorità faccio notare che l’Inquisizione nei secoli passati ha fatto numerose ricerche su questo fenomeno, interrogando numerosi Beneandanti in giro per l’Europa; la cosa curiosa è che ogni interrogato ha descritto la medesima battaglia nei particolari, sebbene le varie persone distassero centinaia di chilometri tra loro. Curioso, non vi pare maniaci del “se non vedo non credo?”.
Qui mi devo però fermare un minuto perché già molti di voi avranno alzato le sopracciglia con scetticismo per una mia frase: «lupi mannari che combattono insieme agli Angeli? E chi mai ha visto un licantropo buono? Evidentemente chi scrive deve essersi sniffato troppa polvere di fata!» Miei cari amici, mi spiace scuotere i veri pilastri delle vostre credenze, ma è proprio così: i lupi mannari sono delle figure totalmente positive nella stragrande maggioranza delle antiche fiabe. Per dimostrarvelo voglio rapidamente raccontarvi la storia di un antico barone bretone buono e amato da tutti che era però segretamente Bisclavret, il lupo mannaro.
Per trasformarsi andava nei suoi boschi, si spogliava e mutava. La sua malvagia moglie però, scoperto il suo segreto, decise, con l’aiuto del suo amante, di rubargli i vestiti durante la trasformazione, impedendogli così di riassumere le sue vere sembianze (il vestiario è il ponte tra il mondo ferino e quello umano). Costretto nel corpo di lupo, il barone continuò a servire fedelmente il suo re e mai aggredì nessuno tranne alla fine la moglie traditrice e il suo amante; ed è proprio l’inusuale aggressività mostrata in quell’occasione dal lupo a convincere il sovrano della malvagità della coppia. Verranno dunque restituiti i vestiti al barone consentendogli un ritorno alla condizione umana. Sfido ora chiunque di voi a dirmi che la figura del cosiddetto “mostro” non risulta assolutamente e inderogabilmente positiva; pur nell’avversa fortuna non manca mai dei suoi doveri verso il suo re.
Vi è ovviamente anche una visione molto più antica della notte di Ognissanti (descrittaci nel Ramo d’oro dall’antropologo Frazer), risalente alle popolazioni celtiche che il primo novembre festeggiavano il capodanno accendendo grandi fuochi detti Samhngan (dal nome della festa, Samhain).
In queste ore si apre un varco tra i due mondi e le anime dei morti possono camminare tranquillamente tra di noi. Di norma, quelli che vengono a farci visita sono gli spiriti dei nostri parenti defunti, che, presi dal primo freddo di novembre cercano calore e rifugio presso le case e i parenti di un tempo; quando ve li troverete alla porta è buon costume offrirgli di che rifocillarsi (farete mica i tirchi con i vostri parenti trapassati spero), ma assolutamente NON dovete mangiare con loro.
Ci sono moltissime fiabe e miti che ci raccontano di gente che ha mangiato con i morti e per questo è stata dannata; questo è un retaggio delle società primitive in cui la condivisione del cibo fa parte dell’aggregazione di un individuo a un clan; così, allo stesso modo, se condividi il pasto con un defunto ti associ al suo clan e sarai dunque costretto a trasferirti all’altro mondo. Allo stesso modo è necessario che non li abbracciate e nemmeno che vi facciate toccare perchè così sareste legati a loro indissolubilmente.
Avendo parlato di lupi mannari e di spiriti molti di voi certamente potrebbero obbiettare che tra le più famose creature della notte ho omesso i vampiri. In realtà questi ultimi non sono strettamente legati alla notte di Ognissanti (piuttosto a quella di San Giovanni, poiché è la prima in cui ci troviamo nel Dracula di Bram Stoker), ma, essendo creature presenti in ogni cultura fin dall’alba dei tempi, spenderò volentieri qualche parola. Dal vampiro ucraino che si nutre principalmente di bambini al vampiro delle fiabe lapponi che entra in casa vostra, divora tutte le vostre provviste, e, insaziabile, sbrana anche voi senza pensarci due volte, queste sono creature totalmente e inderogabilmente malvagie senza un briciolo di pietà. Non lasciatevi ingannare dai vampiri del cinema e della televisione che fanno tanto i buoni i belli e i romanticoni: se possono, vi mangiano!
In conclusione potete credere o non credere a queste cose, potete passare la vostra notte di Ognissanti allegramente con tutte le finestre e le porte aperte e banchettare con chiunque vi capiti a tiro. In fondo, sono favole: non avete nulla da temere.
Siete sicuri?
Io no.