Il Bloody Sunday rivive ogni giorno tra le mura di Derry, in Irlanda

Bloody Sunday murales derry

L’Irlanda durante il XX secolo è luogo di un lento e sanguinoso sviluppo di guerre civili di carattere etnico, religioso e politico.

Nell’agosto 1969 l'”Operazione Banner” da’ inizio ai Troubles, ai cosiddetti disornidi sviluppatisi nelle città di Belfast e Derry che portano il governo britannico a scegliere di inviare l’esercito inglese in Irlanda del Nord. Tali conflitti, che si protraggono fino agli anni Novanta del Novecento, vedono opporsi Unionists e Nationalists nell’Irlanda del Nord: uno scontro tra la minoranza cattolica nativa irlandese, discriminata dalla maggioranza protestante nativa britannica, insediatasi nell’isola sin dal XVII secolo, e che vede contrapporsi a più riprese i repubblicani irlandesi e la monarchia britannica. In particolare, dopo la guerra d’indipendenza irlandese, l’Irlanda si vede costretta a un compromesso, lasciando alla monarchia la parte nord-orientale dell’isola, l’Ulster.

I cattolici nel corso dei decenni non hanno mai smesso di rivendicare la loro libertà e la volontà di slegarsi da limiti e divieti a cui erano soggetti, e nel 1972, il Bloody Sunday segna l’apice dei Troubles.

È proprio Derry infatti, città popolata da molti cattolici, palcoscenico dell’uccisione di quattordici persone per mano dell’esercito britannico, durante una domenica di manifestazioni per i diritti civili. Questo fa lentamente precipitare la situazione già molto fragile, espandendo il conflitto in tutto il nord dell’Irlanda negli anni successivi. La sanguinosa domenica di Derry prende per questo il nome di “Bloody Sunday”.

Operation Motorman e The Runner
Operation Motorman e The Runner

A ricordare l’evento rimangono numerose opere d’arte. In particolare è Bogside, il più importante quartiere cattolico di Derry, ad essere una raccolta di memorie e rappresentazioni del Bloody Sunday. Iniziando da una scritta sul muro di una casa che recita: «State entrando nella Derry libera», oggi diventata una lapide commemorativa, seguono dodici murales realizzati tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila dai Bogside Artists, i fratelli Tom e William Kelly e Kevin Hasson, riunitisi per ricordare le vittime dei Troubles irlandesi attraverso i dipinti che sorgono sulle mura della Rossville Street, in quella che viene chiamata la People’s Gallery, un vero e proprio museo a cielo aperto e inestimabile capolavoro artistico e politico.

Abbiamo opere ricche di significato: Operation Motorman, che raffigura un soldato inglese nell’intento di sfondare una porta, e sull’edificio accanto The Runner dove in primo piano un giovane fugge dal fumo tossendo e subito sotto i ritratti di due adolescenti uccisi durante i Troubles. Si prosegue poi con il Petrol Bomber, un ragazzino che indossa una maschera antigas e tiene tra le mani una bomba molotov circondato da fumo, fuoco e soldati. Sono i mutales che più trasmettono le emozioni vissute durante gli scontri armati: angoscia, dolore, agitati tentativi di preservare la vita.

Se già in The Runner” i Bogside Artists ricordano i volti delle vittime, seguono altre opere che ancor di più perseverano in questo intento, trasmettendo insieme una forte malinconia in grado di renderci consapevoli delle ingiustizie provocate dall’odio. In “The Death of an Innocent” viene ritratta con colori vivaci una ragazzina di nome Annette uccisa nel 1971. La ragazza, con sguardo fisso verso di noi ma con atteggiamento timido che ben si nota dalla posizione delle mani, presumibilmente vestita con una divisa scolastica, è accanto a una maestosa farfalla blu e arancione. Loro sono luce sullo sfondo grigio delle rovine stilizzate della città.

The Death of an Innocent
The Death of an Innocent

Il murale dai colori freddi Mothers and Sisters ricorda invece Patsy O’Hara e sua madre Peggy, lui attivista arrestato durante gli scioperi, lei attivista candidata al parlamento nordirlandese. C’è un forte contrasto in questa opera: due volti femminili seri e rigidi si scontrano con i volti sorridenti dei due uomini, sulla sinistra una bambina indica le figure, anch’essa seria, posta davanti alla donna in abiti tradizionali e volto austero.

Vengono inoltre rappresentate le manifestazioni civili: Bernadette, raffigurante una delle fondatrici del Partito Socialista Repubblicano irlandese, Bernadette McAliskey, arrestata nel 1969 e poco dopo eletta a soli ventidue anni parlamentare, da cui trapelano forte senso di determinazione, spinta e coraggio per elevare i propri valori, e “Bloody Sunday”, forse il più emblematico della raccolta, ci mostra un parroco far strada a tre civili che sorreggono tra le braccia la prima vittima del Bloody Sunday: il diciassettenne Jackie Buddy. Il murale è copia fedele dell’originale scatto del fotoreporter italiano Fulvio Grimaldi presente durante gli scontri e le uccisioni di quella domenica.

Troviamo infine un monito di speranza, giustizia e cessazione degli scontri raccolto il tre murales: in un cerchio rosso, i quattordici volti delle vittime del Bloody Sunday; segue John Hume, leader irlandese, accanto a Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King e Nelson Mandela, simboli di giustizia e lotta contro la povertà e per le minoranze etniche e culturali e “Il murale della pace”, completato più recentemente rispetto agli altri, nel 2004, dove una colomba prende forma da una linea bianca su una scacchiera variopinta.

Il murale della pace
Il murale della pace

Sarà poi solo nel 2010 il primo ministro inglese David Cameron ad ammettere la colpevolezza dell’esercito britannico in relazione alla strage di Derry. Nonostante tutto, ancora oggi possiamo percepire tensioni legate ai medesimi motivi.

Questa piccola parte di mondo può essere un esempio di molti più conflitti tra popolazioni, che vediamo ogni giorno da sempre, dove le diversità si rimarcano costantemente e la paura di ciò che non si conosce è un’ erbaccia ben radicata difficile da estirpare.

L’arte può però essere salvifica in questi casi, andando a rielaborare la storia per renderla a noi fruibile e indelebile nelle nostre esistenze, per essere insegnamento e invito a migliorarci e ad andare oltre pregiudizi e discriminazioni.

John Hume, Madre Teresa, Martin Luther King e Nelson Mandela
John Hume, Madre Teresa, Martin Luther King e Nelson Mandela
Bloody Sunday
Bloody Sunday
Mothers and Sisters
Mothers and Sisters
Bernadette
Bernadette

 


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Ilaria Calò
Ilaria Calò

Amo il silenzio, la riflessione e la parola scritta, sono affascinata da molte forme d’arte (ho un concetto di arte molto ampio) in cui includo, tra il resto, anche la natura e la scienza. Molti mi dicono che ho gusti retrò: lo considero un grande complimento. Credo profondamente in sole tre parole: “coerenza”, “rispetto” e “parola”.