Narlan matos la provincia oscura

La provincia oscura di Narlan Matos

Vengo da una oscura provincia della Terra
dimenticata da dietro il proprio oblio
di scomparse coordinate geografiche
[…]

(tratto dalla poesia La provincia oscura)

Quando nell’articolo L’esagerato Io di Narlan Matos scrissi che sarei tornata a parlare di quest’autore, non avrei mai pensato di farlo tanto presto e per parlare del suo primo libro pubblicato in Italia dalla casa editrice I Fili D’Aquilone: una raccolta antologica dell’opera del poeta, tradotta magistralmente da Giorgio Mobili.

Grazie all’articolo, e ai social network, Narlan Matos e io ci siamo conosciuti e mi ha invitato alla presentazione del suo libro a Roma, avvenuta il 23 aprile u.s., presso il Centro di cultura brasiliana, all’interno dell’Ambasciata del Brasile, che affaccia sulla magnifica Piazza Navona.

È stato emozionante ascoltare dalla voce dell’autore la lettura delle sue opere. Pur non conoscendo il portoghese, ho sentito vibrare come un’arpa l’anima del poeta, che diventata parola, si è scomposta in miliardi di petali di luce e suoni, coinvolgendo i sensi prima ancora che la ragione. La parola poetica che trascende il significato, per poi riappropriarsene in una specie di abbraccio tra la materia e il pensiero, tra la passione dei sensi e l’amore, perché l’essenza della poesia è fatta di parole e musica, di etica e colore, di esaltazione e dolore.

Non sono venuto qui per conoscermi
Sono venuto per dimenticarmi.

La poesia è quell’orizzonte tremolante dove vacilla la ragione, come ben esprime Matos nei versi di Visita Medica, tratta da Signore e signori, l’Alba.

È l’infinito, nel quale «il cor si spaura», per dirla con il nostro Leopardi o, per ritornare al nostro autore, con questi bellissimi versi tratti da La Casa Paterna poesia della raccolta Elegia del Nuovo Mondo:

tutto è invisibile e tenace come l’acciaio di una spada
e dove sono sempre senza essere stato
[…]
e vado avanti così: io dentro la casa e la casa dentro di me
sono certo che non uscirò mai vivo da qui.

La Provincia Oscura è un’antologia nella quale Giorgio Mobili ha lavorato a fianco dell’autore, affinché vi fosse il meglio della produzione poetica pubblicata finora dal poeta.

Narlan Matos la provincia oscura
Steve Martinez, Brazilian Favela, 30 marzo 2009

Abbiamo così tredici delle migliori poesie del suo primo libro, Signore e signori, l’alba, pubblicato dalla Casa Fundacao de Jorge Amado, con cui vinse il Premio Copene de Literatura del 1997, e poi sedici lavori, sono presenti in antologia del secondo libro pubblicato da Matos, Nell’Accampamento delle Ombre, che vinse il Premio Xerox de Literatura Brasiliana nel 2000.

Dallo spioncino della porta guarda
tutte le cose davanti a te.
Vedi quell’enorme penombra
sotto cui tutto si nasconde
spaventosamente silenzioso.

Così come in Signore e signori, l’alba, anche in questa silloge è il poeta che si guarda, guardandoci e obbligandoci a guardare la nostra esistenza da uno spioncino, di soppiatto come rubando a noi stessi l’oscura e spaventosa verità che ci neghiamo.

Dice Matos in Sulla mia vita passa un sentiero di stelle:

Sulla mia vita passa un sentiero di stelle
A miglia e miglia di distanza posso ancora vederle
Qualcuno ha rovesciato un secchio di piccole scintille
Perché l’oscurità della mia notte non fosse piena

Il nuovo secolo è per Narlan la salita dagli inferi, graduale e sofferta.

Nell’accampamento delle ombre è il libro con il quale Matos viene conosciuto e apprezzato da poeti come: lo spagnolo Juan Carlos Mestre; dal russo Yevgeny Yevtushenko, dagl’americani Robert Creeley, Lawrence Ferlinghetti e Michael Palmet, che diventa il suo traduttore negli Stati Uniti. Paese nel quale il poeta si trasferisce, accolto come insegnante prima nell’Università del Nuovo Messico e poi in Virginia.

È in America che esce Elegia del Nuovo Mondo, in quest’antologia sono stati tradotti diciassette componimenti davvero pregevoli:

Tu mi domandi amico mio
dove sono stato durante il mio lungo silenzio
sono stato nella dolcezza della canna da zucchero e
nell’amarezza delle sue piantagioni.

alobos life. Favela Cantagalo, 1 luglio 2013
alobos life. Favela Cantagalo, 1 luglio 2013

È possibile notare un certo cambiamento nella poetica del nostro giovane brasiliano in questa prima raccolta americana. La polvere, la povertà e il sole della sua terra natia, è sopraffatta dai grattaceli, dalle macchine, da milioni di gente che corre indaffarata, perdendosi nell’orizzonte. Il verso tende ad allungarsi, a prendersi prepotentemente più spazio sulla pagina.

Sembra proprio che i ritmi musicali striduli e dolorosi del jazz e del blues, quando s’insinuano tra i colori aranciati della nostra poesia mediterranea, fatta di colori e sole e polvere, induriscano la parola scarnificandola, al punto da stimolare il poeta a ricercare nuovi suoni, nuovi colori.

Con le liriche de La Provincia Oscura, ultime in ordine cronologico, il poeta si riappropria di quel verso dolce, tutto portoghese, dal suono malinconico e contemplativo. È così che ci racconta la semplicità della sua infanzia, come nella poesia Io da piccolo, che finisce con questi versi a dir poco meravigliosi:

non pensavo ancora al mondo
alla creatura umana ai versi
ero solo un io bambino
che contemplava l’universo
in una provincia remota della Terra.

La poesia è innata nel poeta, fa parte del suo modo di guardare il mondo, di stare sempre nella “provincia più remota della Terra” anche quando è in mezzo a una folla vociante.

La poesia è contemplazione e conoscenza, è il faro che illumina La provincia Oscura, dove i congedi e gli addii, fonte di dolore e angoscia, nel verso si trasformano in strumenti di crescita intellettuale e morale, come ci dice Narlan in questi versi della poesia che da il titolo al libro:

vengo da una oscura provincia della Terra
separata da immensi congedi e addii
eppure fu là in mezzo al buio e all’incertezza
che imparai ad amare e a credere nei gigli e negli uomini
a lavorare l’impossibile come il fabbro lavora il ferro
che capii che la lotta per la bella vita e per la poesia
sono parte di una stessa alba splendente
[ …]

 

In copertina: alobos life. Favela’s Boy, 6 dicembre 2015


Narlan Matos è nato a Itaquara in Brasile nel 1975, dai primi anni 2000 si è trasferito negli Stati Uniti e attualmente insegna al Montgomery College a Washington D.C.

È il caso di spendere due parole anche in favore del traduttore, Giorgio Mobili: classe 1973, laureato in Lettere Moderne all’Università di Pavia, vive negli Stati Uniti dal 1999. Nel 2005 ha ottenuto un Dottorato in Letterature Comparate dalla Washington University in St.Louis, Missouri. Attualmente insegna alla California State University di Fresno. Come avete potuto ben capire, il nostro Mobili è una mente; una mente che la nostra nazione ha fatto fuggire, ma è anche e soprattutto un poeta, le cui liriche, che ho trovato sulla rete mi hanno davvero affascinato.

Ha all’attivo numerose pubblicazioni di saggi e studi letterari. La prima raccolta di poesia di Giorgio è Penelope su Sunset Boulevard, uscita nel 2010 presso Manni. La seconda è Planet Maruschka, apparsa nel 2013 presso La vita Felice; dello stesso anno è un libro di liriche in lingua spagnola Ultima salida a Ventura (Mago Editore, Santiago Cile) Waterloo Riconquistata è la sua terza pubblicazione italiana, che ha vinto numerosi premi. Nel 2016 esce Miracoli ed effetti, pubblicata per i tipi di Pequod.

Giorgio Mobili figura nel sito “Spazio da Ponte“, l’atlante dei poeti italiani contemporanei all’estero, creato dal dipartimento dell’università di Bologna.

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