I racconti ritrovati di Emanuel Carnevali

Racconti ritrovati emanuel carnevali

“L’amore è una miniera nascosta nella montagna della nostra vecchiaia”

Inizia così la carriera letteraria di Emanuel Carnevali, tra neve da spalare e amore da possedere per la prima volta. La racconta nel primo dei Racconti Ritrovati, edito da D editore, una casa editrice, voluta e curata da Emmanuele Pilia, un giovane e agguerrito uomo, all’assalto del mondo librario, mai come in questo momento in grave crisi. Di questa casa editrice e di questo autore ne abbiamo già parlato, a proposito de Il Primo Dio, sempre di Carnevali, un autore pressoché sconosciuto in Italia, emigrato negli Stati Uniti a soli sedici anni, all’inizio del secolo scorso, apprezzato da autori stranieri come Ezra Pound, William Carlos Williams e altri.

Carnevali fu un autore scomodo per l’Italia fascista: bisessuale, autodidatta, visionario, affetto da encefalite letargica, ritornato nella sua terra, proprio perché malato, alla ricerca disperata d’amore da parte della famiglia, costretto a lunghi ricoveri in vari manicomi e ospedali. La sua parola, una pietra in faccia al lettore, fu volutamente dimenticata e con lei il suo autore.

Riderò finché
il tuo cuore non sarà
un oscuro accompagnamento
alla stridula e fievole musica dei miei denti.
Poi me ne andrò,
poi me ne andrò,
lontano.
Sto scuotendo questo bouquet,
sto scuotendo-non vedi?- questo bouquet,
per farti uscire di qui.
Allora potrai avere il bouquet,
sciupato per amor tuo,
ed io andrò a cogliere
altri e molti fiori.
Farò di te un fanciullo,
se mi seguirai.
Seguimi, seguimi
nel corteo
della Regina delle fate
che tutti i bimbi seguono.

Emanuel Carnevali racconti ritrovati

Avete mai provato ad analizzare il vostro schema sentimentale o quello della persona che amate, studiando ogni mossa dell’altro, per poi sintetizzarla in un intreccio di prosa e poesia?

Questa è la magia degli scritti di Emanuel Carnevali, la maggior parte dei quali è andata perduta ed è davvero apprezzabile il lavoro svolto da Valerio Valentini, ideatore e curatore della collana Strade Maestre di D Editore, per avere svolto, insieme a Emanuele Pilia, quest’attenta ricerca filologica, che ha portato a raccogliere in un libro altri racconti e poesie, mai pubblicati finora in Italia e mai riuniti insieme.

Mi prendo giusto uno spazio per parlare di questo libro davvero prezioso, che ci consegna un Carnevali maturo, profondo e spaventosamente in sintonia con la poesia migliore del Novecento. Una poesia e una prosa troppo all’avanguardia per l’Italia del tempo. Un autore troppo irriverente, senza titoli e con la folle presunzione di essere un poeta, un poeta la cui parola non ha filtri e scivola sulla carta pungente e maleodorante.

I poeti lasciano i loro escrementi ovunque, come passeri disperati.

scrive nel racconto dal titolo: Danzando come un’opera d’arte, da cui prendo quest’altra giustissima osservazione, che noi ostinati vorremmo sfatare, divulgando la conoscenza di poeti e poesie:

chi diavolo ascolterebbe mai un poeta, se non un altro poeta?

Emanuel Carnevali
Emanuel Carnevali

Questo è Emanuel, uno di noi, uno che potremmo incontrare per strada, un operaio sottopagato, un immigrato da un paese lontano e sconosciuto, che vuole sopravvivere. Uno dei tanti volti dei nostri emigranti di un tempo lontano, ma sempre presente, vista l’emorragia di giovani all’estero, propria di questi ultimi anni.

Sono un immigrato e ho lasciato la mia casa. Sono senza casa e ne voglio una. Voi mi guardate con occhi cattivi, con occhi biechi, voi non mi guardate, voi sogghignate. Sono un immigrato che aspetta. Ne conosco a milioni di immigrati come me.

Questo Immigrato guardato con occhi cattivi e biechi, questo immigrato che aspetta insieme a milioni di altri, che affronta l’impossibile per raggiungere un inferno più sopportabile, come Carnevali così quelle masse in movimento, che tanto ci spaventano.

Il pezzo è tratto dal primo racconto del trittico: Racconti di un uomo che ha fretta, nel quale il poeta sempre più aggredito dalla malattia, che lo ucciderà a soli trentasei anni, ci trascina nella sua vita, nelle sue allucinazioni, nelle sue paure, in quella sottile disperazione che sembra rovinare ogni cosa.

Ardo senza posa, brucio senza fuoco e le lenzuola del mio letto hanno l’odore dei miei ieri – non posso dormire.

Come si fa a non rimanere impressionati di fronte a questi versi, che fluiscono in una prosa senza limiti e senza remore.

Proprio per questo adesso vorrei lasciare la parola all’editore Emmanuele Pilia, cui chiediamo di raccontare per il nostro blog la sua storia editoriale e l’incontro con questo autore, che sappiamo ama smisuratamente.

Emmanuele Pilia
Emmanuele Pilia

Come hai raccontato alla presentazione da Scritti e Manoscritti, non è stato molto semplice trovare questi racconti. A Valerio chiederò di spiegarci il lavoro letterario e filologico, mentre a te chiedo di raccontare la tua esperienza di editore, che sappiamo molto coinvolto in questo lavoro.

Proprio come dici, trovare i vari racconti che compongono la raccolta è stata una piccola avventura. Alcuni dei racconti che conosciamo di Carnevali erano già stati tradotti da Adelphi e da Fazi, ma in modo lacunoso: nella raccolta Racconti di un uomo che ha fretta, ad esempio, erano assenti interi capoversi. Inoltre, si è presentata una questione filologica di non poco conto: spesso, lo stesso racconto di Carnevali sono stati ripubblicati e riediti in diverse forme. Quale usare? Analizzando il lavoro di Carnevali ci siamo però accorti che in realtà, molto del materiale da lui prodotto apparteneva allo stesso flusso di pensiero.

Come disse Sandro Bonvissuto, “Carnevali vomita scrittura”. Abbiamo quindi cercato di intercettare a quali flussi i racconti di Carnevali si andassero ad ancorare. Abbiamo scoperto quindi che molti dei suoi racconti erano incastonati come gemme in atri scritti più lunghi, come Il primo Dio o The Autobiography of Emanuel Carnevali. Altre volte, invece, i racconti erano stati pubblicati nella sua forma definitiva nell’unico libro che riuscì a pubblicare in vita, A Hurried Man. I racconti già editi in passato, quindi, sono stati ritradotti a partire da queste informazioni, mentre gli inediti sono stati semplicemente stati tradotti da zero.

Se vuoi, racconta ai lettori del nostro blog quali sono i progetti futuri della tua casa editrice, che sappiamo sta crescendo in consensi e vendite?

C’è un aneddoto simpatico che riguarda la nostra ricerca. Mentre eravamo a caccia dei manoscritti di Carnevali, ci siamo imbattuti in un anziano bibliotecario di Bazzano, la città in cui Carnevali morì. Era estremamente felice della nostra ricerca: chi si imbatte nell’esperienza di Carnevali, diventa subito un adepto di questo strano culto laico che ruota attorno alla figura del poeta. Ci invitò a casa sua, dove scoprii un vero e proprio Caveaux dove conserva una straordinaria collezione di manoscritti, riviste d’inizio secolo e materiale che farebbe gola a più goloso dei bibliofili. Mi sentivo come alla presenza di un antico e prezioso tesoro, e mentre scansionava pagina dopo pagina i vari testi, ebbi modo di apprendere una vicenda terribile: molto del lavoro di Carnevali è andato irrimediabilmente perduto.

Infatti, Emanuel fu costretto a tornare in Italia a seguito di un’odiosa malattia, l’encefalite letargica. Questo lo costrinse in un sanatorio, ma continuò a scrivere. Ma la famiglia, per paura di ritorsioni nel caso in cui quel materiale fosse stato trovato, decise di dare alle fiamme i suoi manoscritti. Credo che questa sia una perdita inestimabile…

Sei simpaticissimo carissimo Emmanuele. Ora prima di lasciarci, visto che Valerio non è riuscito a essere con noi, ma ha delegato te, dicci quali sono le prospettive future della casa editrice, perché so che bolle in pentola qualcosa di bello.

Sì, stiamo per aprire una sede a Roma, a San Lorenzo. Sarà un nuovo quartier generale, dove porteremo un po’ della nostra città nella capitale: lì ci saranno eventi, spettacoli, conferenze e presentazioni, che si affiancherà al lavoro della nostra redazione.

Avevo posto delle domande anche al curatore della collana Strade Maestre, Valerio Valentini, ma ahimè i suoi numerosi impegni, non gli hanno consentito di rispondere, sarà per un’altra volta, perché Strade Maestre farà parlare di sé, così come il suo curatore e il suo editore.

Silvia Leuzzi
Silvia Leuzzi

Ho un diploma magistrale e lavoro come impiegata nella scuola pubblica da oltre trent'anni. Sono sposata con due figli, di cui uno disabile psichico. Sono impegnata per i diritti delle persone disabili, delle donne e sindacali. Scrivo per diletto e ho al mio attivo tre libri e numerosi premi di poesia e narrativa.