Derva l’edicula visin a la funtana, di Davide Romagnoli

Giulia Spanu, Presenze, Inchiostro su carta

Derva l’edicula visin a la funtana,
l’è amò prest, i giurnaj de fianc,
panchett de par lûr in campagneta,
un sciur, vêg, piegâ da la gravità
purtâ da l’umbra del so corp moll
slisa la brina del matin trop prest.
El rîd el fujam, bele mort,
ai rob ch’j turnaran amò indrè.
Schiscia el temp i rob de iêr

.
Apre l’edicola vicino alla fontana, / è ancora presto, i giornali di fianco, / panchine da sole nella campagnetta, / un signore, antico, piegato dalla gravità / portato dall’ombra del suo corpo molle / sfiora la brina del mattino troppo presto. / Ride il fogliame, già morto, / alle cose che torneranno di nuovo indietro. / Schiaccia il tempo le cose di ieri

 

Le foglie ridono, già morte, a tutto ciò che vorrebbe tornare indietro. Il vecchio apre la sua edicola, è ancora presto. El silensi d’i föj druâ, il silenzio dei fogli usati, si muove tra mezze tinte invernali-novembrine, sensazioni mancate, un senso di impalpabilità. L’orecchio oscilla nella lettura di questi versi cadenzati e lievi, che non si alzano mai in volo ma procedono rasoterra, seguendo i pensieri del poeta. Il vecchio è un’ombra curva che sfiora appena le cose. L’edicola dei giornali, le stesse panchine, sono parte di un mondo passato, schiacciato dal futuro. Il cambiamento che ha ritorto la visione del paesaggio, ne ha alterato il consueto viso. Rimane la brina, rimane il ricordo, come il ricordo di questa lingua, questo dialetto che sfiorisce sulle bocche dei vecchi.

 

In copertina: Illustrazione di Juliart, Presenze, Inchiostro su carta.


Davide Romagnoli, 29 anni, milanese. Insegna letteratura in una scuola privata superiore. Oltre a scrivere poesia, compone musica e scrive per il cinema. Ha pubblicato quest’anno El silensi d’i föj druâ, per Marco Saya Edizioni, raccolta di poesie in milanese, in quel particolare milanese che si parla (si parlava) nei paesi a sud-est della città. Di Davide Romagnoli abbiamo pubblicato anche Dundula l’altalena, e l’abbiamo intervistato nel 2019.

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Gabriele Stilli
Gabriele Stilli

In tenera età sono stato stregato da quelle cose che si scrivono andando a capo spesso, e gli effetti si vedono ancora. Mi sono rassegnato, da diversi anni, a includere l’arte tra le discipline umanistiche e non nel rigoroso ambito delle scienze. Nutro ancora qualche dubbio, però.