In lingua originale, il saggio di cui sto per parlarvi è intitolato The Future Is Asian, nella sua traduzione italiana edita da Fazi Il secolo asiatico?, con l’aggiunta di un punto di domanda. Parag Khanna non sembra però avere alcun dubbio: come il diciannovesimo e il ventesimo sono stati rispettivamente il secolo europeo e quello americano, il ventunesimo secolo è asiatico.
Fin dalle prime pagine l’autore chiarisce che non parlerà soltanto della Cina, ma dell’Asia nella sua accezione più ampia, che va dal Pacifico fino al Mediterraneo e al Mar Rosso e che comprende cinquantatré paesi e quasi 5 miliardi di persone; tra questi, ad oggi la Cina ricopre certamente un ruolo chiave, pur non rappresentando l’inizio né la fine del miracolo economico asiatico.
La storia ha preso avvio con il Giappone e la Corea del Sud, affermatisi negli anni settanta come superpotenze, mentre la Cina era ancora arretrata e feudale; la seconda fase ha avuto come protagonisti Taiwan e Hong Kong, e solo la terza ha visto l’ascesa della Cina, il cui ruolo di nuova superpotenza non si può spiegare se non alla luce degli investimenti e del sostegno che ha ricevuto da Giappone, Corea del Sud, Taiwan, HK e Singapore: la Cina è diventata la Cina che conosciamo oggi per le potenze che l’hanno preceduta e finanziata.
Se ci soffermiamo sulle notizie di attualità, è facile rendersi conto dell’importanza crescente dell’Asia: sono sempre di più gli istituti superiori a offrire il cinese come seconda lingua, aumentano i viaggiatori bramosi di rilassarsi sulle spiagge di Filippine o Oman e gli imprenditori che avviano le loro attività nel mondo asiatico.
Esemplificativo il caso di Perfetti Van Melle, produttrice di caramelle e gomme da masticare, che in India si è aggiudicato quasi la metà del mercato di gomme, il cui valore si aggira intorno ai settanta milioni; grazie ad un’operazione lungimirante, è stato tra i primi gruppi italiani ad aprire stabilimenti in Cina e India e ha poi adattato all’Asia i suoi prodotti, producendo ad esempio gomme con il mirchi, ossia il peperoncino, molto utilizzato nella cucina indiana. Ciò a dimostrazione del fatto che quello di cui ci parla Khanna, ossia l’Asia come rimodellatrice dell’ordine globale che sta istituendo un sistema commerciale e diplomatico asiacentrico, è realtà, e ciò rappresenta una grande opportunità economica per chi, in Europa, riesce a cogliere il cambiamento voltandosi ad Oriente.
Pur crescendo l’interesse verso l’Oriente, non ne conosciamo la storia e le tradizioni, se non in minima parte: la narrazione storica occidentale è profondamente eurocentrica. Khanna dedica allora un centinaio di pagine ad un excursus della storia dell’Asia, dall’alba della civiltà alle sue espansioni imperiali, per poi soffermarsi sui rapporti con l’Occidente, la guerra fredda, alla fine della quale ci fu il “risveglio” dell’Asia.
Hanno conseguito, nelle parole dello studioso di strategia tedesco Andreas Herberg-Rothe, «l’armonia nella differenza».
Gli asiatici hanno dimostrato per molti secoli una grande capacità di convivenza interetnica e religiosa a livello internazionale; i loro rapporti di mutuo rispetto e apprendimento hanno garantito loro una stabilità pressoché continua, mentre nel secondo dopoguerra sovranità e nazionalismo hanno lasciato una serie di dispute di confine e questioni aperte, come, per fare un solo esempio, il tragico conflitto del Kashmir.
Non solo storia, ma anche attualità e prospettive: l’analisi di Khanna abbraccia la questione a 360 gradi. Si sente spesso parlare della Nuova Via della Seta, la Belt and Road Initiative, ma forse non conosciamo la portata di questo progetto diplomatico, che è il più importante del XXI secolo, equivalente per portata alla creazione delle Nazioni Unite o del Piano Marshall nel XX secolo. Da Londra a Shangai, reti ferroviarie ad alta velocità, snodi commerciali e cavi internet sono alla base di un asse commerciale euroasiatico che potrebbe condurre nei prossimi decenni ad un sistema euroasiatico rispetto a cui gli Stati Uniti si ritroverebbero al margine.
L’Asia-Europe meeting rappresenta il più grande gruppo economico mondiale al mondo, pari al 60 per cento del commercio mondiale… eppure in Europa, oltre a non conoscere la storia asiatica, non ne comprendiamo ancora neanche il sistema-economico politico.
Gli osservatori si dividono infatti tra coloro che sostengono che la Cina divorerà il mondo e quelli che, all’estremo apposto, credono che il paese sia sull’orlo del collasso; Khanna rifiuta entrambe queste tesi mettendo in evidenza come tali giudizi derivino da una sostanziale mancanza di conoscenza delle rotte commerciali cinesi, degli sforzi di ristrutturazione del governo nelle imprese di proprietà statale e delle strategie messe in atto dalla Cina così come dagli altri paesi asiatici.
Questo saggio rappresenta una perfetta divulgazione su temi che spaziano dalla geopolitica alla storia economica, rendendo accessibile una grande fetta di storia e un’enorme quantità di informazioni a qualunque lettore.
Per concludere, si può affermare che quello asiatico è un megasistema costituito da pezzi piccoli e grandi, dalle cui complementarietà economiche è destinato a nascere un tutto più grande della somma delle parti; è inoltre contraddistinta da un’armonica multipolarità. E mentre in Europa e America si creano muri, in Asia vengono smantellati con ammirevoli ottimismo e proiezione verso il futuro: il futuro è loro.
Immagine di copertina: Daniel Parks, Shanghai, 2016 (credits: Flickr – adapted)