Fiore di notte: silenzi, assenze, chiaroscuri

Fiore di Notte Marco Nizzoli Giovanna Furio

Nell’inverno gelido del 1943, mentre il mondo sprofonda nell’abisso della follia umana, una giovane donna varca la soglia del più oscuro degli inferni. È ad Auschwitz, luogo di incommensurabile dolore e disperazione, immersa in quello che sembra un frammento di tempo slegato dal fluire implacabile della storia. Una fotografia, caduta dalle sue tasche come un petalo dimenticato, racconta di giorni lontani, di un’innocenza che ora giace sotterrata sotto il peso delle tenebre. È così che si apre il racconto di Fiore di notte, un’epica di amicizia, amore e sacrificio tessuta tra le calli di Venezia e gli incombenti lager della morte.

Il primo volume (1. Sogni infranti) di questo romanzo storico a fumetti scritto da Giovanna Furio e disegnato da Marco Nizzoli, (pubblicato in Italia da Oblomov) scorre velocemente tra le dita. Il fatto di inserire l’azione in medias res dentro ad un contesto noto come l’Italia fascista, permette alla narrazione di sfumare leggermente i contorni delle vicende storiche per concentrarci sui pesi esistenziali dei fratelli ebrei Ester e Jacopo e dell’amore di quest’ultimo per il tedesco Hans.

Attraverso le pagine di questa graphic novel ci immergiamo in un viaggio emotivo, accompagnati dalle note intense della nostalgia. Le strade di Venezia ci accolgono con i loro richiami seducenti, mentre i confini dell’umanità si sgretolano di fronte alla furia della guerra. Ester, con la sua ribellione e la sua arte, incarna la speranza di un mondo che si rifiuta di arrendersi all’oscurità, persino di fronte alla minaccia imminente della distruzione.

L’immagine principale di questa prima parte è senza dubbio la morte. La sua presenza è quasi ossessiva, impregna tutta l’impalcatura narrativa, arriva quasi a distorcere i colori (splendidi) e detta il ritmo asfissiante delle carezze, degli sguardi, delle separazioni. Ciclicamente, le due immagini che aprono e chiudono questo romanzo grafico dialogano proprio con questa morte che accompagna ogni sussurro. Il loro parlare è quasi muto, incomprensibilmente sensato e straziante.

Fiore di notte, sogni infrantiCiò che colpisce maggiormente è senza dubbio la grande maestria nel gestire i tempi della sceneggiatura. Nonostante ci troviamo di fronte solamente a una cinquantina di pagine, Fiore di notte non risparmia i silenzi; è proprio nell’assenza di dialogo che si intrecciano i momenti salienti della vicenda. Come a sottolineare che in un’Italia dove si mischiano rabbiosamente italiano e tedesco non serve nessun linguaggio per costruire un amore proibito.

Proprio quest’incertezza tragica ci lascia sospesi in un’attesa che non possiamo non voler colmare quanto prima: fino a dove si spingerá l’educazione radicale di Hans? Quando dolore potrá sopportare Jacopo?

Fiore di notte non è solo una graphic novel piena di chiaroscuri, ma un atto di resistenza, un grido di speranza che si eleva dalle ceneri della disperazione. Con una narrazione poetica e avvincente, l’accoppiata Furio/Nizzoli ci invita a riflettere sul potere della passione e della solidarietà in tempi di avversità. In un’epoca segnata dalla divisione e dall’odio, questa storia ci ricorda che anche nel buio più profondo, un fiore di notte può forse ancora fiorire, portando con sé la promessa di un’alba nuova.

 


Se l’articolo ti è piaciuto, leggi anche: La strada della vita: dentro l’assedio di Leningrado, sulla precedente graphic novel degli stessi autori.

Giovanna Furio è scrittrice e traduttrice, e si occupa di esoterismo e religioni. Ha esordito nel 2006 con il romanzo Mangiami l’anima e poi sputala, che ha ispirato l’omonima pièce teatrale di Fibre Parallele, finalista al Premio Internazionale Vertigine 2010. Ha pubblicato per Newton Compton I fantasmi di Milano. Per Oblomov ha pubblicato, insieme a Marco Nizzoli, La strada della vita.

Marco Nizzoli è un disegnatore molto amato nel panorama italiano. Ha lavorato a diversi lavori seriali come Alan FordAngel DarkRaymond CappNapoleone Le Monde d’Alef-Thau, quest’ultima scritta da Alejandro Jodorowsky. Attualmente collabora a Dylan Dog e in Francia con l’editore Glénat.

Mattia Lo Presti
Mattia Lo Presti

Cercatore d’Essere; Ignobile scrittore di poesie; Fanatico lettore onnivoro. Sono nato a Como nel 1993. Mi sono diplomato al Liceo Classico A. Volta lottando principalmente contro la pigrizia e la matematica. Dimenticavo: sono recidivo. Per questo, forse, mi sono laureato in Lettere Moderne (indirizzo filologico-letterario) presso l’università degli studi di Pavia. Ora vivo a Barcellona.