Patrick McGrath: burattini nelle mani della Follia

Edward Twohing, THINKING OF PIERRE SOULAGES IN WILTSHIRE (CHISBURY STORM), 2019

«Già, l’amore» dissi. «Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?». Qui Stella fece un’altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: «Se non lo sai non posso spiegartelo».

«Allora non si può definire? Non se ne può parlare? È una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient’altro. Esiste, e basta». […]

(Patrick McGrath, Follia, traduzione di Matteo Codignola, 1998, Adelphi)

Esistono libri che porti addosso come vestiti fatti su misura per il tuo corpo, altri che infestano i tuoi pensieri ancora molte settimane dopo averli terminati; ci sono poi i libri abbandonati a metà, sepolti sotto le macerie della noia e quelli di cui hai dimenticato il nome del protagonista. Il romanzo che in questa puntata s’inserisce nel lungo percorso che porta alla rinascita della letteratura non è nessuno di questi. Questo libro fa parte della nostra mente: è Follia di Patrick McGrath.

Sembra esser stato scritto proprio lì, nella vostra testa, sorretto da quelle stesse impalcature mentali che vi accompagnano in qualunque momento della vita. E non è un caso si tratti dunque di un romanzo psicologico, cupo e fosco. Impenetrabile.

Anche se voglio rispettare quelle poche regole che mi sono imposto nello scrivere questi articoli (tra cui, appunto, non svelarvi la trama) penso sia giusto calarvi con garbo dentro questo Asylum. E proprio quest’ultimo è il titolo scelto da McGrath, quello che troveremmo in lingua originale: francamente ben più pregnante di significato rispetto a quello reso in italiano. Asylum allude ad un luogo protetto, ma che contemporaneamente si percepisce come una privazione, sfiancati perennemente dalla  sensazione di trovarsi in prigione.

Patrick McGrath follia

La storia è ambientata in un manicomio ed è qui che troviamo i due protagonisti: Edgar Stark, scultore internato dopo aver brutalmente assassinato la moglie in un raptus di gelosia e Stella, moglie dello psichiatra Max Raphael, irrimediabilmente attratta da quest’uomo, il quale incarna l’espressione dello spirito dionisiaco, capace di vivere le emozioni con una partecipazione folle e tormentata. Tra loro esploderà la passione come un fuoco d’artificio tardivo dopo la fine dello spettacolo; quello che ti fa sussultare un po’ perché inaspettato. Non serve molto tempo prima che questo torbido sentimento li trascini negli abissi della pazzia. E quando Edgar riuscirà ad evadere, Stella lo seguirà dando via ad un vortice di eventi dolorosi.

Quello che mi ha spinto a considerare questo romanzo una delle letture imprescindibili non è tuttavia la vicenda di per sé o la bravura dello stile di Patrick McGrath (perché c’è ed è innegabile, ve ne accorgerete), capace inoltre di tenere in serbo fino alla fine un colpo di scena magistrale, bensì il realismo spiazzate di cui è imbevuta ogni parola, ogni gesto. È un quotidiano malato che si riflette nelle incertezze, negli errori di valutazione, nelle scelte istintive di cui pentirsi è spesso insano. È un libro che indaga prima di tutto sui meccanismi inconsci degli esseri umani,
cercando di trovare il principio di razionalità giustificatrice dei gesti totalmente irrazionali dei personaggi; ci spinge a trovare scusanti, moventi, per ritornare ad inquadrare le azioni di coloro che sfuggono alla normalità per un bisogno vitale di emozioni eccessive ed estreme per poter assaporare davvero la vita.

Ci sentiamo partecipi dei fili che McGrath si diverte a tirare verso il polo più oscuro delle perversioni: ci siamo noi lettori, complici dello spettacolo messo in moto, e lui, burattinaio compiaciuto. Personalmente, durante la lettura, mi sono sentito schiacciato dalla tensione: raramente mi è accaduto, ve lo assicuro. Ancora adesso a guardare le intense pennellate di Pierre Soulages sulla copertina dell’edizione Adelphi, provo una sensazione di malessere difficile da descrivere. Sono come l’emblema di un caos guidato da una logica deviata, mosso dalla necessità di scalfire il prossimo nel solo luogo in cui siamo, davvero, soli e fragili: la nostra mente.

 

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In copertina: Edward Twohing, Thinking of Pierre Soulages in Wiltshire, 2019

Mattia Lo Presti
Mattia Lo Presti

Cercatore d’Essere; Ignobile scrittore di poesie; Fanatico lettore onnivoro. Sono nato a Como nel 1993. Mi sono diplomato al Liceo Classico A. Volta lottando principalmente contro la pigrizia e la matematica. Dimenticavo: sono recidivo. Per questo, forse, mi sono laureato in Lettere Moderne (indirizzo filologico-letterario) presso l’università degli studi di Pavia. Ora vivo a Barcellona.