Wanda Dynowska, o Umadevi, e altre donne

Wanda Dynowska Umadevi

Wanda Dynowska, conosciuta anche come Umadevi, vissuta tra il 1888 e il 1971, è stata una teosofa e mistica Polacca, traduttrice, scrittrice e attivista. Una figura poliedrica di origini polacche, che decise di trascorrere buona parte della propria esistenza in India, dove conobbe figure di spicco tra cui Mahatma Gandhi, che le diede il nome di Umadevi, Krishnamurti, filosofo e figura spirituale, e il Dalai Lama, di cui abbracciò la causa della liberazione dal gioco coloniale degli inglesi.

Scrivendo e traducendo, divento un’attiva promotrice della cultura polacca e dalla storia indiana. Pubblico i suoi libri e le sue traduzioni nella seconda metà del secolo scorso in India, inviando i libri in Polonia, missione assai complessa vista la condizione politica del paese, isolata durante la guerra fredda dalla cortina di ferro.

Della storia eccezionale di questa donna parla il romanzo omonimo, intitolato appunto Umadevi, di Maciej Bielawski, pubblicato da Fazi Editore. Un libro che ruota intorno a nodi karmici, come vengono definiti dall’autore, vale a dire alle coincidenze che portano le esistenze dei vari personaggi, tra cui appunto Umadevi, e i capitoli della storia polacca, indiana ed italiana ad intrecciarsi grazie ad incontri provvidenziali.

Le vicende sono raccontate da un professore polacco di Verona, che viene contattato da una certa Doria Torelli. La signora è infatti entrata in possesso di un misterioso taccuino scritto interamente in polacco e della vastissima biblioteca di suo padre. Mentre il professore la aiuta a tradurre il diario e comprenderne le vicissitudini, si delinea pian piano un quadro composto da spiritualità, campi di concentramento sovietici in Siberia, affascinanti città dell’India e molte storie ed epoche che si intersecano.

Era stata colpita dai profumi che l’avevano avvolta, dai suoni e dal chiasso, dal continuo fruscio del movimento e dai colori intensi, dall’immensa vitalità che, secondo lei, in India era presente ovunque e che la incantava.

Wanda Dynowska
Wanda Dynowska (credits: ashramsofindia.com)

Il romanzo offre una finestra su momenti della storia polacca e indiana del Novecento, regalando al lettore numerosi spunti da approfondire. Un riferimento che ritorna spesso e quello alla Società Teosofica, un’organizzazione internazionale fondata nel 1875 a New York volta allo studio della Teosofia, ossia la sapienza divina.

L’associazione è apolitica e areligiosa, ispirata all’antica saggezza dell’umanità presente nelle varie culture, dal cristianesimo all’induismo alla filosofia greca; i suoi membri si riconoscono nel principio della fratellanza umana. Umadevi entrò a far parte dell’organizzazione creando la sezione polacca (Biblioteka Polsko-Indyjska) della Società. A pochi anni dalla sua fondazione, la sede della societa venne trasferita in India, dove risiede tuttora.

La parte più interessante della lettura è stata per me leggere i cenni ad altre donne di spicco e alle loro storie:

Lei sa, Dynowska era profondamente affascinata dalle figure di alcune donne europee che in quei tempi si erano legate all’India.

Partendo da questi riferimenti, ho letto di più riguardo a queste figure. Essendo donne estremamente poliedriche e dalle vite ricchissime di cultura, incontri e battaglie sociali, posso riportare solo alcuni frammenti delle loro esistenze.

Wanda Dynoska con ragazze e ragazzi di Valivade (paese in India) nell'ottobre del 1946 (credits: ashramsofindia.com)
Wanda Dynoska con ragazze e ragazzi di Valivade (paese in India) nell’ottobre del 1946 (credits: ashramsofindia.com)

Annie Besant (1847-1933), anglo-irlandese, membro e poi presidentessa della Società Teosofica, pensatrice, attivista e saggista, separatasi legalmente dal marito, un pastore anglicano, si trasferì a Londra lavorando come operaia e combattendo per i diritti delle donne. Contribuì ad organizzare i primi scioperi e si batté per la pubblicazione di un opuscolo sulla contraccezione di Charles Knowlton, venendo processata per questo atto per oscenità. In seguito, entrata a far parte della Società Teosofica, si impegno a favore dell’autogoverno indiano, pronunciando discorsi e scrivendo articoli, ed aiutando a lanciare l’”Indian Home Rule Movement”.

Miss Margaret Noble, anche conosciuta come Sister Nivedita (1867-1911), fu un’insegnante e attivista irlandese che nel 1898 aprì una scuola per bambine a Nord di Calcutta. La sua missione era supportare l’educazione delle bambine che altrimenti non avrebbero avuto accesso alla scuola. In India diventò poi monaca dell’ordine di Ramakrishna, contribuendo alla diffusione dell’induismo in Occidente.

Infine, Madeleine Slade (1892-1982), anche conosciuta come Mirabehn, che fu una sostenitrice del movimento indiano per l’indipendenza. Lasciò nel 1920 l’Inghilterra per vivere e lavorare con Gandhi, dedicando la sua vita alla diffusione del suo messaggio.

Al di là del credo e delle idee di queste donne, leggendone le storie sono rimasta affascinata dalla loro intraprendenza e coraggio, che le hanno portate a battersi per le proprie idee e per la propria missione di vita.

Come sempre, lasciatemi concludere con il mio consiglio di lettura. Vi raccomando di leggere Umadevi se avete voglia di un romanzo scorrevole che tratti di personaggi e vicende storiche realmente accadute, capace di suscitare un senso costante di suspense.

 

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Maciej Bielawski è nato in Polonia nel 1963, vive in Italia da oltre trent’anni. È uno studioso di spiritualità, scrittore, pittore, docente universitario e ha fondato l’Associazione Meditatio.

Per approfondire:
Logonia – Wanda Dynowska Umadevi (archive.org)
Mirabehn, Biography, Photograph, & History (Britannica)
Annie Besant (fembio.org)

Vittoria Pauri
Vittoria Pauri

Alla domanda “Qual è il tuo motto?" non avrei esitazione a citare una frase di Gandhi: il miglior modo per trovare se stessi é perdersi nel servizio degli altri. Le due cose di cui non posso fare a meno sono la curiosità di capire ciò che mi capita intorno e un quadernetto su cui scrivo tutto quello che mi passa per la testa e su cui colleziono frammenti di libri, poesie e conversazioni.